La globalizzazione ha raggiunto il picco a suon di guerre commerciali

A cura di Mike Biggs, Investment manager delle strategie obbligazionarie Local Emerging Market di Gam Investments

Dalla Conferenza di Autunno del Fondo Monetario Internazionale tenutasi a Washington DC sono emersi due temi principali: primo, le tensioni commerciali tra Usa e Cina sono destinate a protrarsi nel tempo e la globalizzazione ha raggiunto un picco; secondo, gli attori politici stanno attualmente cercando di gestire i danni.

Gli investitori più pessimisti preannunciano una brusca frenata della crescita causata dalle dispute commerciali. Inoltre, dopo i tagli dei tassi di interesse da parte di Fed e Bce i margini per un ulteriore stimolo fiscale sono molto limitati e l’efficacia delle politiche monetarie sta venendo meno.

I più ottimisti si focalizzano sulla “fase uno” dell’accordo tra Usa e Cina e l’operato dei negoziatori, con il rinvio dei dazi di ottobre. Da solo, questo avvenimento simboleggia una riduzione degli ostacoli al commercio globale e dovrebbe essere sufficiente per una ripresa della crescita, in particolare in Cina. Inoltre, gli effetti dei tagli dei tassi si manifestano con un certo ritardo, quindi gli interventi del secondo e del terzo trimestre dovrebbero spingere la crescita in futuro. La situazione in Siria sembra essersi fatta più tranquilla e ci sono speranze di una risoluzione per la questione Brexit.

Tendiamo a favorire la visione più ottimistica: la crescita globale è adeguata e i policy maker stanno offrendo uno stimolo significativo all’economia. Se le tensioni commerciali dovessero attenuarsi, ci aspettiamo un’accelerazione della crescita globale di cui dovrebbero beneficiare gli asset di rischio. I dati recenti che influiscono sulla nostra view macro sono relativi al credito e all’attività in Cina, il bank lending survey della Bce, i report sul commercio nei mercati emergenti.

Segnali positivi dai mercati emergenti

In Cina, i nuovi prestiti nel terzo trimestre sono stati sufficientemente elevati da mantenere in territorio positivo l’impulso del credito, e per la prima volta da diverso tempo si è registrata una ripresa nelle vendite immobiliari. La produzione industriale del terzo trimestre è stata generalmente debole, ma il buon dato di settembre e la crescita del Pmi cinese suggeriscono un ultimo trimestre più solido.

L’indagine sul credito bancario della Bce ha mostrato un leggero miglioramento del credito lato offerta e una lieve flessione del lato domanda. Crediamo che i risultati siano in linea con una crescita del Pil prossima alla media, che per l’area euro è compresa tra l’1% e l’1,5%.

Infine, i dati sul commercio degli emergenti suggeriscono un aumento del surplus della bilancia delle partite correnti nel terzo trimestre, condizione che tipicamente si traduce in rendimenti elevati e stabili per l’obbligazionario emergente in valuta locale.

Tutti questi dati sono, secondo noi, compatibili con una prospettiva più rosea per gli emergenti. Forse sarebbe sufficiente un qualche passo avanti sul fronte delle tensioni commerciali e un indebolimento del dollaro per innescare un rally. Permangono tuttavia alcune fonti di preoccupazione.

I prezzi della Ram dinamica (o Dram, Dynamic random-access memory) continuano a scendere, e questi giocano un ruolo fondamentale per l’industria dei semiconduttori. I prezzi della Dram guidano le vendite di semiconduttori, che a loro volta sono strettamente correlati con la produzione industriale globale e con le indagini sulla produttività come l’Ism. Crediamo che i prezzi della Dram debbano tornare a crescere per far sì che il ciclo della produzione industriale globale si riprenda. Se questo dovesse verificarsi, potrebbero svilupparsi nuove opportunità all’interno del debito emergente in valuta locale.

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