Salini Impregilo spera nella ripresa delle grandi opere in Italia

Condotto in porto l’aumento da 600 milioni di euro (400 milioni di titoli collocati a 1,5 euro l’uno) che ha portato Salini Costruttori dal 75% circa al 44,9% e visto l’ingresso di Cdp Equity (18,6% post aumento), Intesa Sanpaolo e Unicredit (entrambe al 5,27%), Banco Bpm (0,67%) e alcuni investitori istituzionali e privati tra cui il fondo Elliott Management e Leonardo Del Vecchio, Salini Impregilo si mantiene sulla soglia degli 1,80 euro per azione in Borsa, pari a poco meno di 900 milioni di capitalizzazione, in attesa di condurre in porto l’acquisizione di Astaldi (circa 62 milioni di capitalizzazione col titolo attorno ai 63 centesimi) entro la prima metà del prossimo anno.

All’acquisizione, punto di partenza per dare il via al “Progetto Italia” (un polo nazionale del settore costruzione), saranno dedicati come noto 225 milioni dei 600 appena raccolti per rilevarne la quota di maggioranza. Nei primi nove mesi Salini Impregilo ha registrato circa 7 miliardi di euro di nuovi ordini, in gran parte grazie a Stati Uniti (tramite la controllata Lane) e Australia. Ora il patron del gruppo, Pietro Salini, sprona il governo a varare leggi di emergenza nazionale per il settore delle infrastrutture in Italia.

“Bisogna dichiarare lo stato di emergenza nazionale e muoversi con quelle leggi che proprio in virtù dell’emergenza, consentono di snellire le procedure per i lavori pubblici, in totale trasparenza” ha spiegato Salini in un’intervista, aggiungendo che a suo giudizio “per far ripartire il Pil in Italia bisogna far ripartire le grandi infrastrutture che il Paese ha abbandonato”. Non è però chiaro se e con che tempi il governo, che sul punto si è mostrato sovente diviso in particolare per la posizione del M5s riguardo a molte infrastrutture come l’Alta Velocità, vorrà o potrà tenere conto della richiesta.

Il giudizio degli analisti su Salini Impregilo

A oggi, complice anche il riassetto in corso per dar vita al “Progetto Italia”, gli analisti fondamentali sono solo moderatamente prudenti su Salini Impregilo (su quattro giudizi due sono “outperfom” e due “hold”), con un target price di consenso appena sopra la soglia dei 2 euro per azione che equivale ad un potenziale rialzista implicito di poco superiore al 10% dai livelli attuali al quale il titolo tratta circa 8,57 volte gli utili attesi a fine anno (21 centesimi per azione a fronte di circa 176 milioni attesi di utile ante imposte), mentre il dividend yield (dividendo atteso 9 centesimi per azione) è del 5%.

Al momento il titolo è inserito in un trend chiaramente negativo di brevissimo periodo mentre a breve-medio termine la situazione appare più neutra come conferma il mantenersi delle quotazioni su livelli di circa un 4%-5% inferiori a quelli di 12 mesi fa. Anche l’analisi dei volumi, in frenata, sembra confermare che il movimento al ribasso potrebbe essere prossimo a esaurirsi e lasciar spazio quanto meno a una prima fase di nuovo accumulo laterale. Finché però le quotazioni si manterranno sotto la media mobile lenta il rischio di ulteriori cali delle quotazioni quanto meno verso la soglia degli 1,5 euro a cui è stato sottoscritto l’ultimo aumento di capitale resta concreta.

Nell’immediato i supporti sono peraltro individuati a 1,72-1,71 euro e poi appena più sotto a 1,70-1,69 euro per azione. In caso di recupero le prime resistenze sono invece fissate a 1,89-1,92 e poi a 1,96-1,97 euro per azione. Il mantenersi dei prezzi tra i massimi a una settimana di 1,89 e i minimi a 1,70 conferma l’incertezza di brevissimo termine e porta molti trader a suggerire di attendere la violazione al rialzo o al ribasso di uno dei due livelli prima di impostare nuove operazioni per sfruttare la prevedibile accelerazione una volta che una di tali soglie sia violata.

L’andamento in Borsa di Salini Impregilo negli ultimi 12 mesi

A cura di Luca Spoldi, Cefa, 6 In Rete Consulting Ceo (www.6inrete.it)

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