Flessibilità d’obbligo in questa fine d’anno incerta

“Il ciclo non ha ancora toccato il fondo e sono prevedibili ulteriori rallentamenti sia in Europa, sia negli Usa. L’Europa potrebbe risentirne in misura maggiore perché ha un’economia più aperta, e quindi Paesi come la Germania si ritrovano sotto pressione per via delle tensioni commerciali. La debolezza sul fronte commerciale, unitamente ai consumi domestici fiacchi, potrebbero favorire il potenziale contagio dei rischi dal settore manifatturiero a quello dei consumi”. E’ l’analisi di Matteo Germano, Cio Italy e Global Head of Multi-Asset di Amundi.

Che prosegue: “Tuttavia, non interpretiamo questo dato come l’inizio di una recessione. Crediamo invece che nell’immediato futuro acquisteranno rilevanza due temi strettamente intrecciati tra di loro: l’incertezza riguardo ai movimenti dei tassi di interesse e l’ambiguità sulla direzionalità del mercato in un quadro di continuo peggioramento del contesto macro-economico. Inoltre, da una prospettiva (geo)politica, la situazione è caratterizzata da luci e ombre – nuovo governo in Italia, segnali di una conclusione della saga della Brexit, impeachment del presidente Usa Trump – che potenzialmente potrebbero ancora avere delle ripercussioni sul sentiment di mercato. Pertanto adesso non è il momento di aumentare il rischio. Preferiamo invece mantenere un atteggiamento prudente e flessibile perché potrebbero verificarsi dei rimbalzi.

Idee ad alta convinzione

In questo contesto incerto, sottolinea Germano, “indichiamo tre aree di convinzione tra le classi di attività”.

1) La scarsa visibilità sugli utili futuri ci induce ad adottare un approccio prudente nei confronti delle azioni. Il valore relativo tra le azioni e le obbligazioni si sta riducendo, ma è troppo presto per adottare una posizione totalmente difensiva. Consigliamo invece agli investitori di rimanere flessibili e di adottare delle strategie sulle opzioni per modulare in modo tattico l’esposizione e beneficiare dei potenziali rimbalzi dei mercati. Infatti una stabilizzazione degli indici Pmi potrebbe favorire le azioni, in particolare nei settori ciclici come l’energia e i beni voluttuari sia nell’Ue, sia negli Usa, ma le scommesse direzionali sono probabilmente ancora troppo rischiose. Anche la rotazione dei settori potrebbe presentare delle opportunità, così come i temi domestici nei mercati emergenti, in particolare la Cina.

2) La caccia al rendimento continuerà perché la quantità di obbligazioni con un rendimento negativo è ai massimi storici. Le attese di un mantenimento della disciplina fiscale da parte del governo italiano creano un contesto positivo per i Btp trentennali rispetto ai bund trentennali tedeschi. Sul fronte delle obbligazioni societarie, preferiamo quelle in euro a quelle in dollari Usa e ora, da un punto di vista tattico, privilegiamo le obbligazioni HY in euro (principalmente per il carry) alla luce dell’outlook positivo sul tasso di default, dell’offerta limitata e delle politiche accomodanti della Bce. Riguardo alle obbligazioni dei Paesi emergenti, le condizioni finanziarie complessive di questi Paesi che comprendono un carry interessante, le banche centrali accomodanti e un’inflazione modesta nei Paesi sviluppati, rappresentano degli elementi favorevoli alla ricerca di un’esposizione allo spread in questo segmento. Per quanto riguarda le valute, crediamo che gli investitori dovrebbero continuare a cercare delle opportunità in termini di carry nel settore valutario dei Paesi emergenti, dove alcuni sviluppi positivi sul fronte commerciale tra Usa e Cina ci hanno indotto ad aggiustare la nostra selezione.

3) I mercati si attendono delle politiche di forte sostegno da parte delle banche centrali. Qui rimaniamo favorevoli alla duration, ma abbiamo aggiustato alcune delle nostre opinioni sui tassi reali dei titoli di Stato decennali britannici e sugli Schatz, che continueranno a essere supportati dalla politica monetaria extra-espansiva della Bce. Rimaniamo ottimisti riguardo alla duration Usa in vista di una Fed accomodante, e quindi privilegiamo i Treasury decennali e quinquennali Usa rispetto ai bund quinquennali tedeschi.

Rischi e coperture

La recessione globale, l’incertezza sulla guerra commerciale, l’incapacità delle banche centrali di agire e il rallentamento congiunturale nella zona euro sono dei rischi che potrebbero avere un impatto sui portafogli multi-asset. Di conseguenza, consigliamo agli investitori di adottare delle coperture strutturali come lo yen giapponese e l’oro come tutela dal rischio di un ribasso estremo.

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