Tempi magri per atei e agnostici. Lloyd Blankfein, ceo di Goldman Sachs in un’intervista al quotidiano londinese Sunday Times ha detto che le banche “servono a uno scopo sociale” e che la sua in particolare “lavora al servizio di Dio”.
Un’entità salvata dal governo, quest’anno paga 20 miliardi di bonus. Non si può dire che non segua il cardine cristiano della carità, sebbene vi sia il leggero sentore che questa bontà derivi dai profitti record del 2009 da 3 miliardi di dollari.
Un convento di novelli francescani dal cuore d’oro, molto a parole, un po’ meno nei fatti; se infatti il Santo in punto di morte, stando alla descrizione di Dante, “a’ frati suoi, sì com’a giuste rede, raccomandò la donna sua più cara (la povertà), e comandò che l’amassero a fede”, questi seguaci del 2000 sembrano aver prediletto un’altra strada, con uno stipendio medio di 700mila dollari annui lordi per ognuno dei 30.000 dipendenti della società (una media “grezza” che comprende, a torto, tutti i ruoli all’interno del gruppo). Paradossi della fede.