Usa-Cina, il rischio di nuovi dazi è tutt’altro che scongiurato

A cura di Wings Partners Sim

La Cina stempera le tensioni sul rischio fallimento dell’accordo commerciale con gli Stati Uniti, dopo la decisione del Congresso di Washington nello schierarsi dalla parte dei manifestanti di Hong Kong (che da settimane protestano contro la stretta legislativa di Pechino che riduce il livello di indipendenza della città a statuto speciale).

La legge approvata con l’appoggio sia di Repubblicani che Democratici ora passa all’approvazione di Trump, che se decidesse di firmare richiederebbe una revisione annuale sullo stato d’indipendenza di Hong Kong e sanzioni per chi ne mini l’autonomia. L’eventuale avvallo presidenziale non sarebbe ben visto dalla controparte cinese, che ha già minacciato contromisure in caso di ingerenza nella gestione del proprio territorio. Tuttavia, le basi bipartisan che ha portato ad un’ampia maggioranza al Congresso rende particolarmente arduo il rifiuto da parte della Casa Bianca, andando a minare l’ideologia democratica che si tenta di sostenere da un lato, mentre dall’altro si tornerebbe a compromettere una relazione già logorata da due anni di guerra commerciale.

In Cina il giornale di riferimento del Partito Comunista ha annunciato la conclusione dei viaggi all’estero del Presidente Xi Jinping per quest’anno, specificando come non sia pianificato tornare all’estero nemmeno per suggellare l’intesa con gli americani, imponendo quindi eventualmente a Trump di andare in Cina, magari proprio ad Hong Kong. Tuttavia, il capo negoziatore della Cina ieri si è detto cautamente ottimista sulla possibilità di raggiungere l’intesa sulla Fase 1, con la trattativa che è proseguita cercando di non considerare le tensioni sulla ex-colonia inglese.

Alcuni analisti rimangono però ancora cauti sull’esito finale, giudicando possibile un rinvio dei dazi da parte di Washington per arrivare alla firma della prima fase del trattato nel corso del 2020.

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