Le cryptovalute stanno diventando una nuova asset class? Il dibattito a ITForum Milano

A ITForum Milano, in programma il 27 novembre al Palazzo delle Stelline, dalle ore 17.00 alle 18.00 nella sala Leonardo si parlerà di cryptovalute con Eugenio Sartorelli, vicepresidente e memebro del comitato scientifico di Siat, e Federico Izzi, trader e analista finanziario.

In particolare, ecco di seguito un’intervista curata da Trading Library che spiega le tematiche che saranno trattate da Izzi.

Il Bitcoin dopo aver trascorso i primi anni in sordina oggi è un termine conosciuto da tutti, ma spesso citato a sproposito. Dopo 11 anni è passato da valuta digitale a riserva di valore? E cos’è una riserva di valore?

Una riserva di valore è un bene (materiale o immateriale) che tende a conservare il suo valore nel tempo, e per tale motivo può essere detenuto per un utilizzo futuro senza il pericolo che si “deteriori”. Il carattere di riserva di valore non può essere assente negli strumenti di pagamento, in quanto l’uso di uno strumento di pagamento presuppone il fatto che la sua temporanea detenzione non ne faccia perdere il valore (in termini di potere d’acquisto).

Nonostante la forte volatilità, caratteristica degli strumenti con bassa liquidità, e il recente crollo che ha caratterizzato tutto il 2018, il Bitcoin si afferma il miglior asset di sempre. Un esempio diretto: un acquisto di Bitcoin (intero o frazione) di 10 dollari da novembre 2011 oggi frutterebbe oltre 35.000 dollari (+356000%); da nov 2015 oltre $250 (+2390%); da nov 2017 lo stesso valore (circa $8000); circa 18 dollari da novembre dello scorso anno.

Per questo motivo il Bitcoin attualmente può essere definito sia valuta digitale di pagamento, così come indicato nel white paper pubblicato da Satoshi Nakamoto nell’ottobre 2009, sia riserva di valore rispettando i criteri sopra indicati quale strumento di conservazione di valore nel tempo senza pericolo di deterioramento.

La Libra di Facebook sembrava la nuova rivoluzione delle cryptovalute, invece si scontra con l’ostracismo politico e finanziario USA. Ma gli altri non rimangono a guardare. Prima fra tutti, la Cina. Dopo aver vietato le cryptovalute oggi si candida come nazione della rivoluzione Blockchain. Sfruttando le indecisioni degli USA che tendono a bloccare i nuovi protocolli concorrenti del Bitcoin (vedi Libra), nelle ultime settimane la Cina ha ufficialmente confermato di essere pronta a lanciare entro il primo semestre del 2020 la propria valuta digitale simile a una Stable Coin (chiamata DCEP) che sarà peggata allo Yuan oppure all’oro nazionale detenuto dalla Banca Centrale nazionale. Non solo, il Presidente Xin Jinping, durante un’audizione del partito a fine ottobre, ha dichiarato, senza mezzi termini, che la Cina diventerà il primo Paese mondiale leader che adotterà progetti Blockchain. Parole che hanno fatto decollare il valore dei token di alcuni progetti già esistenti composti da team e sede nel territorio del dragone.

Dopo il boom del 2017 le ICO sembrano svanite nel nulla. Che fine hanno fatto?

Normative sempre più stringenti e nebulose (la SEC statunitense ha condotto una serie di indagini ed aperto diversi cause legali contro alcune vendite di token configurate al pari delle security) hanno allontanato gli investitori al dettaglio dalla partecipazione alle raccolte di denaro. A differenza del 2017-2018 le nuove ICO sono quasi scomparse per un totale di poco più 100 vendite di nuovi token da inizio anno e raccolte che solo in rari casi hanno superato il milione di dollari. Anche le IEO, le offerte di token fornite dagli exchange, non hanno avuto l’esisto sperato, fornendo un ottimo rendimento iniziale per poi rivelarsi inferiore al prezzo di vendita iniziale a pochi mesi di distanza.

La finanza decentralizzata (DeFi) con i suoi nuovi progetti, sembra la KillerApp degli smart contract. Quale potenzialità e futuro?

Il fenomeno ICO sembra aver lasciato il posto alla nuova “Finanza Decentralizzata”. A distanza di 4 anni dalle prime ICO, non era ancora ben chiaro quale poteva essere il miglior caso d’uso degli Smart Contract. La facilità della raccolta fondi applicata ieri con le ICO, oggi si sta rivelando efficiente nel garantire rendimenti con interessi che in alcuni periodi arrivano a superato anche il 10% annuo. Le Decentralized Finance sta rendendo possibile a persone impossibilitate nell’aprire conti correnti o accedere al credito tradizionale, di accedere a prestiti oppure ottenere rendimenti senza chiedere autorizzazione ad un intermediario (banche/istituti di credito) oppure ottenere rendimenti avendo la garanzia del rischio controparte da un sistema gestito da un algoritmo matematico senza nessun rischio per la custodia del fondo.

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