A seguito della comunicazione dell’accordo, a metà mattinata il titolo Lvmh alla Borsa di Parigi è arrivato in giornata a guadagnare circa il 2%.
“Tiffany è un’azienda che gode di un’eredità e di un posizionamento unico nel mercato dell’alta gioielleria mondiale” e che “ci ispira con immenso rispetto e ammirazione. Non vediamo l’ora di permettere che continui a brillare in futuro”, ha commentato Bernard Arnault.
Fondata nel 1837, Tiffany è impegnata da anni nel tentativo di modernizzare la sua immagine e attirare una clientela più giovane. In una nota, Lvmh sottolinea come questa acquisizione rafforzi la posizione del gruppo nell’alta gioielleria e aumenti ulteriormente la sua presenza negli Stati Uniti.
L’operazione permetterà in particolare a Lvmh di competere con Cartier nel settore della gioielleria di lusso, in crescita significativa in alcuni mercati emergenti come la Cina.
Il commento degli analisti
“Il prezzo a cui è stata approvata l’operazione (135 dollari per azione) è il 10% al di sotto del valore che prevedevamo sarebbe stato accettato dal Board, e rende questo accordo interessante sia dal punto di vista finanziario che da quello strategico per LVMH – afferma Swetha Ramachandran, Investment Manager, Luxury stocks, GAM Investments – L’operazione è infatti stata chiusa con un multiplo simile a quello di Bvlgari, che era stata acquisita per un prezzo pari a 3,6 volte il suo fatturato, anche se il dato relativo all’EBITDA risulta molto più elevato dato che allora la profittabilità di Bvlgari era molto bassa. Un prezzo pari a 135 dollari per azione si traduce in valutazioni per Tiffany pari a un multiplo prezzo/utili per 2020 intorno a 25 e un multiplo EV/EBITDA di circa 15. Sulla base di un tasso di interesse dell’1,5%, l’operazione dovrebbe rivelarsi accrescitiva, con l’utile per azione in aumento tra il 4% e il 5% su base annua per il 2020 e il 2021. L’indebitamento netto di LVMH rispetto all’EBITDA sarebbe di poco superiore a 1 alla fine del 2020. Inoltre, ci aspettiamo che questo sia il punto di partenza per un ulteriore ciclo di consolidamento dell’industria del settore del lusso nei prossimi 12-18 mesi, con la significativa polarizzazione che continuiamo a vedere tra i marchi più forti e quelli più deboli”.