Lvmh acquisisce Tiffany per 16 miliardi di dollari e sfida Cartier

Lvmh conquista Tiffany per 16,2 miliardi di dollari. Dopo settimane di trattative, il colosso francese del lusso ha raggiunto l’accordo per l’acquisizione della celebre gioielleria newyorkese. Per il gruppo di Bernard Aranault si tratta dell’operazione più importante mai realizzata nella sua storia.

A seguito della comunicazione dell’accordo, a metà mattinata il titolo Lvmh alla Borsa di Parigi è arrivato in giornata a guadagnare circa il 2%.

“Tiffany è un’azienda che gode di un’eredità e di un posizionamento unico nel mercato dell’alta gioielleria mondiale” e che “ci ispira con immenso rispetto e ammirazione. Non vediamo l’ora di permettere che continui a brillare in futuro”, ha commentato Bernard Arnault.

Fondata nel 1837, Tiffany è impegnata da anni nel tentativo di modernizzare la sua immagine e attirare una clientela più giovane. In una nota, Lvmh sottolinea come questa acquisizione rafforzi la posizione del gruppo nell’alta gioielleria e aumenti ulteriormente la sua presenza negli Stati Uniti.

L’operazione permetterà in particolare a Lvmh di competere con Cartier nel settore della gioielleria di lusso, in crescita significativa in alcuni mercati emergenti come la Cina.

Il commento degli analisti

“Il prezzo a cui è stata approvata l’operazione (135 dollari per azione) è il 10% al di sotto del valore che prevedevamo sarebbe stato accettato dal Board, e rende questo accordo interessante sia dal punto di vista finanziario che da quello strategico per LVMH – afferma Swetha Ramachandran, Investment Manager, Luxury stocks, GAM Investments – L’operazione è infatti stata chiusa con un multiplo simile a quello di Bvlgari, che era stata acquisita per un prezzo pari a 3,6 volte il suo fatturato, anche se il dato relativo all’EBITDA risulta molto più elevato dato che allora la profittabilità di Bvlgari era molto bassa. Un prezzo pari a 135 dollari per azione si traduce in valutazioni per Tiffany pari a un multiplo prezzo/utili per 2020 intorno a 25 e un multiplo EV/EBITDA di circa 15. Sulla base di un tasso di interesse dell’1,5%, l’operazione dovrebbe rivelarsi accrescitiva, con l’utile per azione in aumento tra il 4% e il 5% su base annua per il 2020 e il 2021. L’indebitamento netto di LVMH rispetto all’EBITDA sarebbe di poco superiore a 1 alla fine del 2020. Inoltre, ci aspettiamo che questo sia il punto di partenza per un ulteriore ciclo di consolidamento dell’industria del settore del lusso nei prossimi 12-18 mesi, con la significativa polarizzazione che continuiamo a vedere tra i marchi più forti e quelli più deboli”.

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