I dieci consigli per il 2020 di Lombard Odier

Ecco di seguito i dieci consigli di investimento per il 2020 di Stéphane Monier, Chief Investment Officer di Banque Lombard Odier & Cie SA

  1. Approccio diversificato e agile

Mentre ci addentriamo nel 2020, gli investitori devono prestare particolare attenzione alla gestione di un portafoglio ben diversificato e resiliente. Le inevitabili sorprese metteranno a dura prova le loro allocation e questo significa che, per rimanere flessibili, gli investitori devono essere chiari su come costruiscono le proprie esposizioni e mantenere livelli di liquidità adeguati, pur mantenendo sempre ben a mente le loro conviction.

  1. Portafogli scudo

Per difendere i guadagni di un portafoglio, gli investitori dovrebbero guardare allo yen giapponese, alle opzioni put e all’oro. Preferiamo lo yen giapponese al franco svizzero, poiché dal 2015 in poi il franco ha mostrato correlazioni più deboli con il rischio globale. Gli spread put sugli indici azionari sono un modo relativamente interessante per coprire un portafoglio da un forte calo del mercato. Infine, se gestito tatticamente, gli investimenti in oro possono continuare a svolgere un ruolo di diversificatore all’interno del portafoglio, offrendo una protezione dall’inflazione e dalla volatilità (e dai timori del mercato).

  1. Identificare il rendimento attraverso strategie di carry

I bassi rendimenti del reddito fisso tradizionale richiedono ora un approccio più attivo. Le strategie di Carry, soprattutto nel segmento high yield, dovrebbero offrire buoni risultati in questo contesto di bassi rendimenti e moderata volatilità. Rimaniamo sovrappesati anche nelle hard currency dei mercati emergenti e prevediamo che gli spread restino stabili. La crescita dei mercati emergenti dovrebbe migliorare e la Cina sta già mostrando segni di stabilizzazione. I fondamentali del credito sono solidi, in quanto negli ultimi anni le aziende sono state prudenti e quindi, a livello globale, la leva finanziaria netta degli emergenti è in calo. Gli investitori dovrebbero concentrarsi su solide metriche di credito quando scelgono le società in cui investire e guardare al segmento crossover (BBB/BB). Preferiamo ridurre la struttura del capitale (ad esempio in obbligazioni subordinate e ibride) in società fondamentalmente solide, piuttosto che compromettere la qualità del credito. Ci piacciono anche gli emittenti del Corporate Sector Purchase Programme (CSPP) e i loro sostituti in tutte le valute.

  1. Focus sulla qualità dell’azionario

Ci sono ancora un serie di opportunità per quanto riguarda il segmento azionario quality e growth. Ci aspettiamo che questo comparto registri rendimenti positivi nel 2020, con un potenziale di ulteriori guadagni di mercato se, come sembra, i negoziati commerciali proseguono. I risultati del terzo trimestre hanno superato le attese – seppure basse –  e la crescita degli utili resta debole. Quindi, le guidance per il prossimo anno – nonostante non siano particolarmente interessanti dal punto di vista del rischio/rendimento – continuano a resistere e le valutazioni dovrebbero continuare ad essere sostenute dalla politica monetaria accomodante adottata dalla banche centrali. A causa della minore liquidità delle small cap globali preferiamo nomi più grandi nei segmenti value e growth.

  1. Settori azionari

Visto che ci sono diversi segnali che indicano un calo della produzione, gli investitori dovrebbero tenere d’occhio i nomi del settore industriale e bilanciare l’esposizione tra settori difensivi e ciclici. La rotazione della leadership di settore dovrebbe continuare, fattore che sottolinea l’importanza di questo approccio. In particolare, continuiamo a incrementare l’esposizione ai settori dell’healthcare e dell’energia e continuiamo a essere sovrappesati nell’Information Technolgy. Tuttavia visti gli attuali livelli elevati di liquidità e le strategie di arbitraggio del rischio ancora sottoinvestite, c’è è il rischio che gli investitori comincino a rincorrere un mercato in crescita nel 2020.

  1. Azionario emergente

Siamo cautamente ottimisti sui mercati emergenti per il prossimo anno. Il Brasile è la nostra prima scelta in America Latina: il paese sta modificando al propria politica macroeconomica e una ripresa economica dovrebbe stimolare la crescita degli utili. L’azionario emergente – Cina compresa – presenta maggior opportunità, soprattutto se o quando la controversia commerciale viene risolta e, come stimiamo, il dollaro si indebolisce.

  1. Investire in attività reali

Al momento le valutazioni degli asset, di private equity, private debt o infrastrutture sembrano elevate, ma sono tutte supportate da un contesto di bassi tassi di interesse. Non sembra che ci sia una bolla in queste asset class alternative perché i prezzi e i fondamentali non sembrano scollegati. Se da un alto le valutazioni elevate (come molte altre classi d’investimento) rendono queste asset class vulnerabili a qualsiasi cambiamento improvviso del sentiment o dell’ambiente, dall’altro permettono loro di rimanere in un certo senso isolate dalla loro illiquidità. Per gli investitori in euro e in franchi svizzeri, il real estate resta una delle ultime asset class in grado di offrire un rendimento ragionevole con una volatilità limitata.

  1. Dollaro più debole

Il rally del dollaro riportato nel 2018 e la resilienza del 2019 si spiegano con l’interazione delle tensioni commerciali, il conseguente rallentamento della crescita globale e la sovraperformance degli Stati Uniti rispetto al resto del mondo, soprattutto grazie agli stimoli fiscali. Tuttavia ora che i dati suggeriscono un forte calo dell’economia globale e ci sono i primi segnali di una soluzione della controversia commerciale, i rischi di coda si stanno dissipando. È probabile che questo getti le basi per una performance più debole per il dollaro nel 2020. Per l’ultimo trimestre del 2020 prevediamo che il cambio EUR-USD si attesti a 1,15 e il cambio USD-CHF a 0,97.

  1. Sterlina per capitalizzare gli sviluppi della Brexit

Ci aspettiamo che il partito conservatore ottenga la maggioranza in parlamento alle elezioni del 12 dicembre, fattore che dovrebbe consentire loro di ratificare il Withdrawal Agreement e spianare la strada ai negoziati commerciali. Questo dovrebbero supportare al rialzo al performance della sterlina sottovalutata e si dovrebbe escludere quel che resta del premio di una Brexit no-deal. Ci aspettiamo che il cambio GBP-USD arrivi a 1,35 nel quarto trimestre del 2020.

  1. Le valute emergenti sono in attesa di performance al rialzo

Le valute emergenti si sono deprezzate anche nel 2019, penalizzate dal rallentamento del commercio globale. Una stabilizzazione del commercio (il nostro scenario di base), l’impatto ritardato dei modesti stimoli cinesi e un significativo allentamento della politica dei mercati emergenti, dovrebbe incoraggiare una ripresa della crescita della regione e fornire un certo sostegno alle valute. Sebbene vi siano ampie variazioni, nel complesso, le valute emergenti sembrano sottovalutate. Il nostro scenario centrale indica un rendimento spot del 3-4% nell’Indice Emerging Market Currency di JPMorgan. Preferiamo il rublo russo, il ringgit malese, il sol peruviano e il peso messicano: tutti valute sottovalutate che mostrano bilanci esterni solidi e, probabilmente, trarranno beneficio da fattori idiosincratici nel 2020.

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