Usa, i rendimenti azionari subiranno gli effetti della retorica elettorale?

Con l’avvicinarsi delle elezioni negli Usa, Cormac Weldon, gestore di Artemis Funds (Lux) – US Select e Artemis Funds (Lux) – US Smaller Companies, ragiona sugli effetti della retorica elettorale sui mercati. Cosa succederebbe ai rendimenti azionari se i candidati fossero Trump e Warren?

È ancora ottimista sull’economia Usa?

È già da un po’ di tempo che sostengo che la crescita economica abbia raggiunto il picco ma che il ciclo si sia allungato, grazie soprattutto alla resilienza dei consumatori Usa. La fiducia delle imprese perde colpi, come dimostrato dal recente calo della fiducia dei Ceo, e con tutta probabilità continuerà a rimanere sottotono in vista delle elezioni del 2020. Il risultato è una decelerazione della crescita degli investimenti e aspettative di un ulteriore rallentamento l’anno prossimo.

D’altro canto l’economia Usa dipende al 70% dai consumi. Le prospettive sull’occupazione rimangono molto buone, i salari crescono e il livello di indebitamento delle famiglie è generalmente basso. Di conseguenza, la fiducia dei consumatori e la domanda sono alte e contribuiscono ad allungare il ciclo economico. L’effetto netto è che la crescita economica sta rallentando ma ci aspettiamo comunque un tasso di crescita dell’1-2% per il prossimo anno.

Ovviamente il protrarsi dei negoziati con la Cina sul commercio potrebbe raffreddare l’economia. Pensa che ci saranno progressi?

Poiché il presidente Trump vuole essere rieletto l’anno prossimo, alcuni commentatori sono ottimisti e ritengono che farà delle concessioni per alimentare la crescita. Noi non siamo così sicuri. A giudicare da quello che ha fatto in passato, è chiaro che Trump è contro il commercio e a favore dei dazi. A nostro avviso non abbandonerà quella posizione e, in vista delle elezioni, vorrà dare un’impressione di fermezza in materia. Comunque, indipendentemente dall’amministrazione Trump, la Cina è un problema che deve essere affrontato, specialmente per quanto riguarda i furti di proprietà intellettuale. Difficilmente la Cina sarà in grado di fornire le rassicurazioni che gli Usa richiedono in questo senso. Non riteniamo che la faccenda si risolverà in tempi brevi.

Cosa pensa delle elezioni presidenziali del prossimo anno? Come influiranno sui mercati?

Al momento la candidata di sinistra Elizabeth Warren sembra essere la favorita per la nomination Democratica anche se, a detta di molti commentatori, si sposterà su posizioni più moderate nel caso in cui dovesse ricevere l’investitura. Noi non saremmo così sicuri, perché alcune delle sue politiche potrebbero rivelarsi di facile presa sull’elettorato. Ad ogni modo, siamo dell’avviso che cambierà la sua posizione sulla sanità. La sua proposta di un’assistenza sanitaria gratuita per tutti è troppo costosa per essere fattibile ed è anche molto impopolare presso gli elettori. Alcune indagini condotte di recente indicano che il 70% degli americani è soddisfatto della propria assicurazione sanitaria e non vuole che il sistema cambi. Naturalmente al momento non è scontato che Elizabeth Warren vincerà la nomination ma se sarà lei la candidata dei Democratici, e continuerà a promuovere le sue politiche più di sinistra, la reazione dei mercati potrebbe essere negativa. Detto questo, se mantiene alcune delle sue proposte politiche (specialmente sulla sanità), la nostra opinione è che non sarà eletta presidente.

Per quanto riguarda i Repubblicani, questi ultimi hanno avuto molte occasioni per ripudiare Trump ma non l’hanno mai fatto. Per questo motivo riteniamo che il presidente in carica sarà di nuovo il loro candidato.

Infine, vorrei aggiungere che in gran parte delle elezioni l’economia è ciò che fa pendere l’ago della bilancia e, dato che le cose stanno andando molto bene, è possibile che a vincere le elezioni sarà il partito Repubblicano, vale a dire quello più orientato al mercato.

Che cambiamenti ha introdotto di recente nei suoi fondi?

Nel fondo Artemis Funds (Lux) – US Select abbiamo venduto alcune delle più costose azioni di crescita sostituendole con azioni “value” (cioè azioni che passano di mano a prezzi inferiori al loro valore intrinseco). Riteniamo che la recente rotazione in azioni più a buon mercato continuerà. I prezzi di alcune di queste ultime sembrano anticipare una recessione, cosa che non riteniamo probabile in tempi brevi.

Fra le azioni acquistate ci sono JP Morgan e Apple. In sostanza, il nostro portafoglio è ora un po’ più orientato al valore rispetto ad alcuni mesi fa. Nel complesso possiamo dire che la maggior parte dei nostri investimenti è caratterizzata da un orientamento di “crescita a prezzi ragionevoli” che, a nostro avviso, è il più opportuno in un contesto di rallentamento economico.

Per quanto riguarda i settori, siamo sovrappesati nei consumi discrezionali, una categoria che contiene un’ampia varietà di società. Il settore energetico è quello in cui siamo maggiormente sottopesati. Ultimamente abbiamo ridotto il nostro sottopeso nei finanziari e siamo quasi allineati con il mercato di riferimento. Anche quello dei finanziari è un settore molto variegato. Abbiamo investimenti in società di alta qualità come Msci e S&P Global, che presentano ricavi ricorrenti e utili robusti. Di recente abbiamo ridotto il nostro sottopeso anche nel settore tecnologico. Nell’ambito della sanità, siamo sottopesati nei farmaceutici e nel biotech e sovrappesati nelle assicurazioni sanitarie. Riteniamo che la minaccia della “sanità gratuita per tutti”, che espellerebbe le società di assicurazioni sanitarie dal mercato, non abbia molte probabilità di realizzazione.

Nel fondo Artemis Funds (Lux) – US Smaller Companies, abbiamo seguito una strategia simile acquisendo più azioni di valore, anche se solo marginalmente, mantenendo comunque fermo il nostro orientamento verso titoli di alta qualità. Fra i nuovi investimenti ci sono LP Financial (gestore patrimoniale) e Eagle Materials (materiali per l’edilizia).

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