Le nostre prospettive sono moderatamente positive. Ci aspettiamo una graduale ripresa della crescita globale, date le condizioni finanziarie favorevoli, il calo della disoccupazione e l’inflazione contenuta. Vi sono timidi segnali di una lenta ripresa dell’industria manifatturiera, guidata dai semiconduttori, dal rafforzamento delle vendite di auto e dalla stabilizzazione in Europa.
I primi segnali di miglioramento dei dati europei sono evidenti. La disoccupazione continua a diminuire e i Pmi del settore manifatturiero e non manifatturiero hanno registrato una ripresa. In Germania, la produzione industriale rimane debole, ma gli ordini e le esportazioni sono aumentati e il Pmi del settore edile ha segnato un rimbalzo.
Anche se l’esito delle elezioni generali nel Regno Unito sarà determinante per l’accordo, il rischio di una hard Brexit si è ridotto e Boris Johnson è riuscito a raggiungere un accordo con l’Unione europea. In uno scenario in cui il contesto esterno migliora, ci aspettiamo una ripresa dell’economia europea.
I rischi delle tensioni commerciali
Riteniamo che le rinnovate tensioni commerciali siano il rischio principale. L’economia europea è fragile e vulnerabile a causa della perdurante incertezza, delle condizioni in cui verte la fiducia delle imprese e del calo del commercio globale. Inoltre, i margini di profitto sono diminuiti e un’ondata di ristrutturazioni aziendali potrebbe avere un impatto negativo sul mercato del lavoro e sulla fiducia dei consumatori.
L’inflazione continua a essere bassa, il che apre la strada a uno stimolo monetario accomodante. L’efficacia di un ulteriore allentamento monetario (in particolare in Europa) e le possibilità di stimolo fiscale (gli Stati Uniti hanno già un disavanzo di bilancio elevato) per sostenere l’economia in un contesto in deterioramento sono motivo di preoccupazione.