“Lo stiamo inseguendo compatibilmente con i conti”, ha dichiarato il presidente sugli intendimenti del governo di proseguire col taglio dell’imposta, “è una delle mie preoccupazioni assieme al quoziente familiare”, ha aggiunto.
Dopo la sostituzione dell’Irap con l’Irpef nei tagli approvati con la finanziaria, il premier insiste sulla manovra da lui proposta, per la quale però si aspettano fondi che al momento non ci sono.
Al senato si era ipotizzato un primo taglio all’imposta attraverso lo scorporo delle perdite della base imponibile, ma appunto la mancanza di risorse ha impedito di procedere. La Camera, da oggi impegnata nell’esame della Finanziaria, ne discuterà a breve ma, stando a quanto riportato dal relatore della commissione Bilancio, i temi non risolti a Palazzo Madama sui quali si concentreranno i lavori, saranno la cedolare secca sui redditi da locazione, il finanziamento della gestione ordinaria dell’università e forme di supporto dei comuni.
Per l’Irap quindi si attende il parere del Governo, che resta però subordinato al gettito dello scudo fiscale.
Oltre all’Irap si batte ferro anche sulla Banca per il Mezzogiorno, che sarà inserita nella finanziaria in discussione alla Camera, essendo stata esclusa dalla discussione in parlamento per vizi procedurali.
L’elenco delle proposte in lista per gli emendamenti alla legge necessita su per giù di 8 miliardi di euro, che saranno per forza ridimensionati a fronte della mancanza di risorse e dai 27 miliardi di euro richiesti dai ministeri, anche questi da ridurre drasticamente.
Tra le varie proposte spunta peraltro l’aumento dell’1,2% delle aliquote contributive dei parasubordinati quindi, com’è di consuetudine, per mantenere le promesse elettorali forse si aumenterà da una parte per poi tagliare dall’altra; attenderemo la chiusura dei lavori della commissione prevista per il 4 dicembre e poi la definitiva discussione in aula che si aprirà il giorno 9 di dicembre.