Questa vittoria del governo tuttavia non è stata facile a causa degli interventi dell’opposizione, e della stessa Lega Nord, per il momento placati dall’approvazione di un ordine del giorno secondo il quale il governo si impegnerà a valutare deroghe alla liberalizzazione dell’acqua per quei comuni che si sono distinti per una gestione eccellente.
In realtà sono ben sei gli ordini del giorno approvati con la sconfitta del governo, ma il via libera definitivo, nonostante le opposizioni, è molto caldeggiato dal governo e anche dall’Antitrust.
Quelli che hanno invece messo già mano alle calcolatrici sono i consumatori, che stimano una crescita delle tariffe per i servizi di rete idrica compresi tra il 30 e il 40%. Così l’onere per le famiglie potrebbe passare dai 268 euro annui di media ai 348 euro nel 2012, con un incremento di circa 80 euro procapite.
La Federconsumatori, Adusbef e Cittadinanzattiva sono pronti a sostenere iniziative referendaria, appoggiate dai Verdi e da alcune regioni, dalle quali è giunta una reazione durissima.
Piemonte, Emilia Romagna, Puglia e Marche stanno addirittura pensando ad un ricorso alla Corte Costituzionale per fermare la privatizzazione.
I sindacati dal canto loro temono una forte infiltrazione della malavita nelle aziende private incaricate della gestione dell’acqua, ma soprattutto per la raccolta dei rifiuti, visti i precedenti sospetti per la vicenda di Napoli.