Azionario del Regno Unito, la terra dimenticata dal tempo

A cura di Richard Colwell, responsabile azioni britanniche di Columbia Threadneedle Investments

Dopo il referendum sulla permanenza nell’Ue del 2016, il Regno Unito ha iniziato ad assomigliare sempre più a una terra dimenticata dal tempo. Un’attenuazione del clima d’incertezza sulla Brexit e sulla politica del Regno Unito dovrebbe non solo innescare un immediato rally di mercato, ma anche incoraggiare una rivalutazione più duratura delle società britanniche quotate in Borsa.

Gli indicatori di mercato hanno raggiunto estremi che non si vedevano da diversi decenni. Le valutazioni societarie britanniche presentano una netta biforcazione: un quinto dell’indice Ftse All Share scambia su rapporti P/E prospettici elevati (superiori a 20), mentre più di un terzo offre multipli stracciati (inferiori a 10). Al contempo, in base a un’ampia gamma di parametri valutativi, il Regno Unito ha raggiunto il minimo trentennale rispetto al resto del mondo.

I trend possono durare più di quanto si creda, ma restare in attesa di una maggiore chiarezza è un gioco pericoloso: una volta arrivata, i mercati tendono a muoversi molto velocemente. Il clima di sfiducia nei confronti del Regno Unito non ha colpito solo le società nazionali focalizzate sull’economia interna. A nostro avviso, l’intero mercato britannico offre opportunità, da individuare sia nelle società a vocazione domestica sia in quelle di respiro internazionale. Tutte beneficeranno della rivalutazione dei listini del Regno Unito.

L’evento di spicco del 2020 per le azioni britanniche avrà luogo prima dell’inizio dell’anno: le elezioni generali del 12 dicembre. Un esito inconcludente scongiurerebbe i risultati più estremi temuti dal mercato, ma impedirebbe anche quel dissipamento dell’incertezza necessario ai fini di una rivalutazione delle azioni britanniche.

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