Della Valle, il successo è di moda

di Camilla Gaiaschi

 Dopo un primo semestre con utili in crescita, il gruppo di calzature e abbigliamento ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con margini stabili ed una solida posizione di cassa, salita ormai a quota 106,3 milioni di euro (dai 100 al 30 giugno).
Dall’inizio dell’anno, il titolo, ormai a quota 50 euro, è salito del 76%, ben al di sopra del mercato (+21% l’indice Italia All-Share) e del settore europeo (60%). Secondo molti, poi, il rally dell’azione – che per Centrobanca tratta a 18 volte gli utili stimati per il 2010, pari cioè ad uno sconto del 10% rispetto ai competitors – è lungi dall’essersi concluso: sempre Centrobanca fissa il prezzo obiettivo a 55 euro (alzandolo, all’indomani dei conti, da 50,5 euro con giudizio buy), per Unicredit il target price è a 53 euro (buy), per Natixis (add) 54. Più cauta Citi (che lo ha alzato a 48 da 43 euro con giudizio hold), secondo cui quello stesso sconto è giustificato “dalle limitate opportunità, per il gruppo, di crescere rapidamente al di fuori dall’Italia sul medio termine”. Non ci sono dubbi sul fatto che l’internazionalizzazione sia un importante driver di crescita della società, che dopo gli ottimi risultati sul fronte interno è ora chiamata a limitare il calo di vendite registrato negli Stati Uniti (-22,9% a quota 6% sui ricavi complessivi) e in Europa
(-8,3% a quota 22% sul fatturato) e cavalcare l’onda asiatica (e in particolare quella cinese), cresciuta al 15% dei ricavi (+11,7%) nonostante la contrazione del Giappone. Un ulteriore canale di espansione potrebbe passare, vista anche la discreta disponibilità di cassa, per un’eventuale acquisizione. Da tempo il gruppo si starebbe guardando attorno, alla ricerca di un possibile target nel settore dell’abbigliamento maschile “formal” (là, cioè, dove Tod’s non è ancora presente con i suoi marchi), ma per il momento la buona occasione non sarebbe ancora arrivata.
Staremo a vedere. Tornando ai risultati, il gruppo ha chiuso i primi nove mesi con ricavi in crescita dell’1,8% a 559,4 da 549,7 milioni di euro, ebitda a 129,3 milioni (130,3 a cambi costanti), in linea rispetto ai 128,8 dello scorso anno, e ebit in calo a 106,2 (107,7 a cambi costanti) da 108,2 milioni di euro. Nonostante l’impatto negativo dovuto a un euro molto forte (che penalizza le esportazioni e quelle società che, come Tod’s, producono per la gran parte in Italia per poi vendere all’estero) e nonostante il generale contesto macro-economico, “il gruppo – come precisa Davide Vimercati di Unicredit – ha saputo arginare gli effetti della crisi grazie a una presenza molto forte sul mercato italiano, dove i ricavi sono cresciuti del 7,3% rispetto all’anno precedente”. A spingere in su i conti è stato il marchio hogan (+11,4% le vendite), che, “grazie anche ai prezzi relativamente accessibili in valore assoluto e forte di un crescente appeal ha saputo mantenere una clientela fidata, non particolarmente volatile, poco sensibile all’andamento economico”.

L’articolo completo lo puoi trovare su Soldi,
in edicola in questi giorni

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!