Italia fanalino d’Europa per i prezzi delle case e il Pil ma calano gli Npl

A cura di Idealista

L’Italia sarà l’unico Paese dove i prezzi delle case non cresceranno nel 2020. A dirlo è l’ultimo report di Moody’s che mette a confronto la situazione del mercato immobiliare nelle otto principali nazioni europee. Italia è inoltre fanalino di coda per la crescita del Pil e seconda per il tasso di disoccupazione.

Il report stila differenti ranking sulla base di variabili come il prezzo delle casela crescita economica e la tassa di disoccupazione. L’aumento maggiore per i prezzi delle case si registrerà in Spagna (+5,5% nel 2020), seguita da Irlanda e Olanda (4,5%), Germania e Portogallo (4%), Francia (2,5%), Gran Bretagna (0,7%) e Italia unico Paese dove il prezzo delle case non crescerà.

Per quanto riguarda la disoccupazione, con il 10%  siamo secondi a pari merito con la Francia e giusto dopo la Spagna che si conferma come il Paese con il più alto tasso di disoccupazione (13,4%). In Germania e Olanda sarà inferiore al 4%, in Gran Bretagna intorno al 4,1% mentre che in Irlanda si aggirerà intorno al 5% e in Portogallo il 6%.

Per quanto riguarda la crescita economica, Irlanda è il Paese con migliore prospettive di espansione del Pil, con un aumento stimato del 3,2%, seguita dalla Spagna con una crescita del 2% e dal Portogallo (1,7%). Succesivamente troviamo Olanda e Francia con l’1,4%, Germania e Gran Bretagna (1%), mentre fanalino di coda dell’Europa occidentale è l’Italia con lo 0,5% di aumento stimato.

Migliora il sistema bancario grazie al calo degli Npl

Ma non ci sono solo brutte notizie per l’Italia. Moody’s ha infatti migliorato l’outlook del sistema bancario che passa da “negativo” a “stabile”. La causa è da imputarsi alla progressiva riduzione dei crediti deteriorati degli istituti di credito che, secondo le previsioni, nel 2020 faranno registrare il quinto calo annuo consecutivo.

Questo nonostante, secondo quanto detto da Fabio Iannò, vicepresidente senior di Moody’s, “i dati elaborati dall’Autorità bancaria europea segnalano che la percentuale di crediti problematici delle banche italiane, all’8%, è più che doppia rispetto alla media europea, al 35°.

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