Ovs soffre la crisi dei consumi italiani ma migliora i margini

Tamburi Investment Partners può sorridere, visto che i suoi investimenti si stanno rivelando azzeccati. Ovs in particolare, in cui l’investment/merchant bank fondata da Giovanni Tamburi è socia al 22,747%, ha chiuso i primi 9 mesi dell’anno con vendite nette calate a 990,9 milioni di euro contro gli 1,01 miliardi dello scorso anno, ma nel terzo trimestre ha visto aumentare le vendite a margine pieno, registrando un minore utilizzo della leva promozionale a beneficio della profittabilità. Nonostante un mercato ancora in contrazione negli ultimi tre mesi (-5,4%), la quota di mercato di Ovs continua a migliorare gradualmente.

Di questi trend beneficia l’Ebitda rettificato che risale a 101,1 milioni, +15,6 milioni rispetto al medesimo periodo dello scorso anno; effetto analogo sul risultato ante imposte rettificato, salito a 43,3 milioni, ovvero +13,2 milioni nel terzo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2018. Buone notizie anche dal fronte dell’indebitamento finanziario netto rettificato, che cala a 395,2 milioni con un miglioramento di 45,2 milioni rispetto a fine ottobre 2018, e dalla generazione di cassa del terzo trimestre, che registra un incremento di 31 milioni rispetto al medesimo periodo dell’anno passato.

Il mercato ha mostrato di apprezzare gli sforzi fatti dal management di Ovs, tanto che le quotazioni sono tornate a salire: negli ultimi 12 mesi la performance sfiorava a ieri sera l’82% di guadagno, di cui circa un +17% segnato negli ultimi tre mesi. Stamane l’azione si mantiene poco sopra i livelli della vigilia a 2,10 euro con poco meno di 1,5 milioni di pezzi scambiati nella prima ora di contrattazioni. Commentando i dati Equita Sim (che sul titolo mantiene un giudizio “hold” e il target price di 1,8 euro, di quasi il 15% inferiore alle quotazioni correnti) segnalano tuttavia come emergano due segnali contrastanti.

Il giudizio degli analisti su Ovs

Da un lato migliora la Posizione finanziaria netta (Pfn), dall’altro la crescita organica resta negativa. L’importante miglioramento della Pfn sarebbe da imputare principalmente alla riduzione di circolante sia per minori ordini di nuova merce, sia per la pulizia delle scorte effettuata soprattutto nel primo semestre con azioni promozionali ad hoc. Nel complesso per gli analisti di Equita Sim i dati del terzo trimestre sembrano confermare una ritrovata sostenibilità della struttura finanziaria, ma al contempo lasciano ombre sul trend del business sottostante, totalmente legato ai consumi italiani che mostrano, per il tessile in particolare, un contesto ancora particolarmente difficile come conferma il calo del mercato nel suo complesso.

Per il 2019 il consenso si attende un fatturato di 1,4 miliardi e un utile ante imposte di poco superiore ai 67 milioni, pari a 24 centesimi per azione (ma nessun dividendo), che se centrato implicherebbe un multiplo P/E corrente di circa 8,9 volte. Gli analisti grafici restano tuttavia più positivi di quelli fondamentali e parlano di trend che a brevissimo e breve termine resta fortemente positivo e anche a medio/lungo termine rimane positivo.

In giornata possibile un test delle resistenze in area 2,15-2,20 euro, mentre in caso di nuove prese di profitto come ieri (quando i volumi sono calati segnalando la scarsa forza del movimento ribassista) i supporti sono indicati a 2,04 e poi a 1,99 euro per azione. Poco significative per ora le indicazioni che giungono dallo Stocastico, di poco sopra quota 50, e dall’indicatore di forza relativa (Rsi), che resta nell’area superiore della banda d’oscillazione ma fuori dall’area di ipercomprato.

L’andamento di Ovs a Piazza Affari negli ultimi 12 mesi

A cura di Luca Spoldi, Cefa, 6 In Rete Consulting Ceo (www.6inrete.it)

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