Christine: “buona la prima”. I nuovi bond governativi e corporate sotto la lente

Con questa settimana la liquidità sui mercati è iniziata a diminuire, gli operatori iniziano a tirare le somme dell’anno e si preparano gli outlook per il 2020. Non mancano però i fattori d’incertezza ed i market mover sui mercati. Tra questi in primo luogo le elezioni politiche in Gran Bretagna  che si spera possano portare a una maggioranza coesa in parlamento per affrontare il passaggio della Brexit senza ulteriori scossoni e rischi di volatilità per i mercati.

In seconda battuta la prima riunione della Bce con successiva conferenza stampa tenuta dalla neo governatrice Christine Lagarde, la cui attesa è viva per capire come si muoverà nei prossimi mesi e quale direzione politico-economica vorrà dare alla Banca Centrale.  Per ora si è limitata a commentare positivamente il pacchetto di stimoli varato a settembre da Draghi; sicuramente ci vorrà ancora qualche mese prima che la signora possa dare una sua nuova impronta alla Bce.

Più approfondite le notizie arrivate invece dalla Fed, dove il governatore Powell ha sottolineato il buon trend economico del Paese, allontanando qualsiasi aspettativa di ulteriori ribassi nei tassi; al contrario nella lettura delle votazioni si sono espressi 13 membri a favore di un mantenimento dei livelli attuali per tutto il 2020, contro gli 8 di settembre, mentre in 4 si sono detti favorevoli ad un aumento di un quarto di punto nel corso del prossimo anno.

“Last but not least”  il presidente Trump ha annunciato che un accordo sui dazi sembra essere vicino, con conseguente reazione positiva dei listini.

Le obbligazioni governative sotto i riflettori

Il Tesoro ha confermato il raggiungimento dei target, annullando quindi come consuetudine l’asta di metà mese. Si è però effettuato il solo collocamento di 6 miliardi di euro di BOT a 12 mesi con tasso in calo ai minimi da ottobre, il rendimento è risultato pari a -0.191%.

L’Egitto emetterà altre tre obbligazioni entro la fine dell’anno fiscale in corso, ossia al 30 giugno 2020. Le emissioni potranno riguardare “green bond”, bond islamici o anche noti come “sukuk” e bond con cedola variabili.  Nelle scorse settimane, il Cairo aveva emesso eurobond in dollari  per il valore di 2 miliardi,  suddivisi in tre tranche. Quella con scadenza a 4 anni ha un rendimento del 4.55%, sui 12 anni al 7.05% e sui 40 anni all’8.15%. Quest’ultima è stata l’obbligazione più lunga emessa sinora in Africa e Medio Oriente. E a conferma del successo, gli ordini che si sono attestati a 14.5 miliardi di dollari, oltre sette volte l’importo offerto.

Le nuove emissioni di bond corporate della settimana

Sulla parte obbligazionaria, la minore liquidità di mercato ha frenato le emissioni corporate che non hanno più avuto i volumi delle precedenti. A livello statistico nel mese di dicembre 2019, il mercato delle obbligazioni verdi ha superato la soglia dei 500 miliardi di euro, conferendogli una posizione dominante nel settore del reddito fisso sostenibile. Il mercato dei green è in piena espansione, con un significativo aumento delle emissione sia societarie che governative.

Azimut ha collocato un bond a tasso fisso, di importo 500 milioni di euro a 5 anni. Gli ordini hanno superato 1 miliardo di euro, mentre la guidance è a 190-195 punti base sul Midswap dopo prime indicazioni di rendimento in area 210 punti base sulla curva. Il bond ha scadenza 12 dicembre 2024 e riconoscerà ai sottoscrittori una cedola annua fissa pari all’1.625%. Le obbligazioni saranno riservate a investitori qualificati, con esclusione di collocamento negli Stati Uniti d’America Le obbligazioni hanno rating “BBB-, con outlook stabile. Taglio minimo 100mila euro con multipli di mille con rating BBB- e codice Isin XS2081611993.

Sisal ha emesso un bond senior non callable per 530 milioni di di euro, scadenza 17 dicembre 2026, e rivolto agli investitori istituionali, offrendo una cedola annuale di 387.5 punti base  sopra il tasso Euribor a 3 mesi (Isin XS2092610141) e pagabile trimestralmente. Con i proventi, la società provvederà al rimborso del bond callable co scadenza nel luglio 2023. Le obbligazioni hanno un taglio minimo di 100mila euro e rating B+.

Jab Holding, investment company lussemburghese decisa a diventare un colosso del settore alimentare, ha collocato un’obbligazione senior suddivisa in due tranche dell’ammontare di 750 milioni di euro ciascuna. La prima tranche (DE000A2SBDE0) ha scadenza il 20 dicembre 2027 e paga una cedola annua fissa dell’1%, la seconda (DE000A2SBDF7) ha scadenza il 19 dicembre 2039 e paga una cedola annua fissa del 2.25%. Taglio minimo di negoziazione 100mila euro con multipli di 100mila e rating Baa1/A-.

I nuovi corporate in dollari

Twitter, la società dei cinguettei, ha emesso un’obbligazione senior per un controvalore di 700 milioni di dollari, inalzato sul finale dai 600 milioni inizialmente previsti, grazie al boom di richieste. Gli ordini sono fioccati copiosi, tant’è che il rendimento iniziale è stato rivisto al ribasso dal 4.50% della guidance al 4%, per poi chiudere ancora più in basso al 3.875%. Considerando che Twitter gode di rating “non investment”, pari a BB+ /Ba2, si tratterrebbe di un costo di emissione nettamente inferiore al rendimento medio del 5.75% per i bond “non investment grade” in dollari. E quello in corso è anche il primo bond a non essere convertibile. Il bond è rivolto a soli investitori istituzionali tramite collocamento privato. L’Isin USU8882PAA58 ed il taglio minimo è da 2mila dollari con multipli di mille.

Sul mercato americano in questi giorni c’è stata un’emissione centenaria, si tratta dell’obbligazione emessa del California Institute of Technology, un’università privata molro prestigiosa in America, che ha collocato un bond da 500 milioni di dollari con cedola fissa del 3.65%, la cui scadenza avverrà nel lontanissimo 1 settembre 2119 (isin US13034VAD64). Il prezzo di emissione è stato di 99,747, leggermente sotto la pari ed oggi il titolo quota in area 99. Rating dell’obbligazione Aa3/AA- e taglio minimo da mille dollari con multipli di mille.

Nell’operazione di messa in sicurezza di  Banca Popolare di Bari si è iniziato a lavorare su un bond subordinato da oltre 100 milioni di euro computabile a capitale, probabilmente un Additional Teri 1, che potrebbe essere emesso tra fine anno ed inizio gennaio in attesa poi di un intervento più articolato atteso per i primi mesi del 2020.

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