Commodity? Meglio l’Etc fisico

 …un’alternativa al risparmio gestito e all’acqusito di singoli titoli, con la possibilità di spaziare dalle azioni alle obbligazioni, fino all’oro e al petrolio, passando per i prodotti strutturati, a leva e short. Etf ed Etc hanno, tuttavia, ben poco in comune, se si esclude la caratteristica di replicare passivamente un determinato mercato, e il fatto che siano quotati entrambi sull’EtfPlus di Borsa Italiana. “Non li trovo strumenti paragonabili, a cominciare dal fatto che quasi tutti gli Etc sono costruiti su contratti derivati”, annota Franco Benini, Responsabile dell’Ufficio Studi di Copernico SIM. Ma andiamo con ordine: gli Etf (Exchange traded fund) sono fondi d’investimento o Sicav che replicano passivamente un indice di riferimento. Sono quotati e negoziati in borsa come un’azione e, a differenza dei fondi, prevedono costi di gestione annui generalmente molto più bassi, attorno allo 0,5%.
Gli Etc, invece, sono titoli obbligazionari zero coupon a durata illimitata che sono emessi da una società veicolo – in Italia, Etf Securities – a fronte dell’investimento diretto in una materia prima “fisica”, ad esempio l’oro, o in contratti derivati su commodities.
Una prima differenza sostanziale concerne, quindi, la natura del sottostante: mentre gli Etc rimangono specializzati sul settore delle materie prime – dai metalli preziosi, a quelli industriali, dai combustibili fossili ai prodotti agricoli fino al bestiame – gli Etf consentono una maggiore diversificazione in termini di asset – azioni, obbligazioni corporate, governativi – distribuzione geografica – Europa, Stati Uniti, Paesi emergenti – e temi d’investimento – dalle energie pulite al real estate, dagli indici di credito alle società attive nei prodotti agricoli o nell’estazione dell’oro.
Il rovescio della medaglia è noto: mentre gli Etc consentono di prendere posizione su una singola materia prima, ad esempio lo zucchero, il palladio o la soia, questa possibilità è preclusa agli Etf che, essendo soggetti alla direttiva sugli organismi d’investimento collettivo del risparmio, la Ucits III, devono garantitire un livello minimo di diversificazione. “Ciascuna componente, all’interno dell’indice, non può pesare più del 35%”, chiarisce Mauro Giangrande, responsabile della piattaforma di Exchange Traded Funds di Deutsche Bank. Quindi, non esiste un Etf che investe sull’oro, ma, ad esempio, ci sono Exchange Traded Funds che replicano un indice composto da titoli di società aurifere.
“La differenza, però, è sostanziale”, annota Giangrande, “mentre gli Etc sono più legati alla materia prima sottostante, soprattutto se parliamo di Etc fisici, gli Etf sono influenzati anche dalle dinamiche di mercato”. Così, ad esempio, “i titoli di una società aurifera saranno correlati al prezzo della materia prima, ma anche all’andamento del mercato dei lavorati e semilavoarti o ad eventuali processi di fusione e acquisizione che la vedono coinvolta”, sottolinea Emanuele Bellingeri, responsabile per il mercato italiano di iShares. Questo non significa che gli Etc siano sempre e comunque in grado di replicare perfettamente l’andamento dell’indice sottostante.
“La differenza tra l’andamento della materia prima e la performance del replicante, dipende da fattori operativi”, spiega Massimo Siano, responsabile per l’Italia di Etf securities.
Mentre gli Etc fisici o “physically-backed”, quelli direttamente garantiti dalla materia prima conservata presso i caveau della banca depositaria, la HSBC Bank, sono costruiti per dare un rendimento equivalente all’andamento del prezzo spot della materia prima, meno le commissioni, gli altri Etc replicano un indice che, a sua volta, replica i contratti future sottostanti. Risultato: il rendimento è influenzato dall’oscillazione del prezzo spot del future sulla materia prima, ma anche dal rendimento del collaterale e dall’attività di rolling, ovvero la “sostituzione” dei contratti future in scadenza, che permette di mantenere la posizione sul sottostante e può avere un rendimento positivo (quando il contratto in scadenza ha un prezzo inferiore rispetto a quello successivo) – o negativo, in caso contrario. “Per questo, laddove è possibile scegliere, è sempre meglio optare per l’Etc fisico”, conclude Siano (Etf Securities).

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