A cura di Louisa Lo, Head of Greater China Equities di Schroders
Il 2019 è stato un anno ricco di sfide, durante il quale abbiamo assistito a un rallentamento notevole dell’economia della Cina. La maggior parte di questa debolezza ha riflesso un contesto esterno più complicato, causato dalle tensioni commerciali con gli Usa e dagli effetti degli sforzi precedenti del Governo di imbrigliare i rischi sistemici dell’economia, concretizzatisi nel dettaglio nel controllo dell’eccesso di debito e negli sforzi del 2018 atti a contenere i prezzi immobiliari.
Ci aspettiamo che l’economia cinese nel 2020 si stabilizzi. Ciò dovrebbe essere sostenuto dalla combinazione tra l’allentamento delle condizioni monetarie – dovuto all’introduzione da parte della banca centrale di misure volte a migliorare l’accesso al credito e a offrire un maggiore supporto fiscale tramite le politiche fiscali e di spesa del Governo – e il potenziale rimbalzo dell’attività industriale globale. Inoltre, una qualche forma di accordo con gli Stati Uniti dovrebbe incentivare una modesta riaccelerazione della crescita nel corso dell’anno.
Perché pensiamo che nel 2020 arriveranno più stimoli
Il 2020 sarà l’anno conclusivo del 13esimo piano quinquennale della Cina, il quale, tra gli altri obiettivi, punta a generare una “società moderatamente benestante”. Uno dei target chiave del piano è quello di raddoppiare il Pil del Paese tra il 2010 e il 2020. Per raggiungere tale obiettivo, la Cina ha bisogno di mettere a segno una crescita del 6% l’anno prossimo.
Oggigiorno i policymaker cinesi stanno mettendo maggiore enfasi sulla gestione dei rischi di lungo termine nell’economia, come testimoniato dallo stimolo più misurato introdotto finora. Detto questo, riteniamo che servirà un allentamento aggiuntivo per sostenere la crescita dei prossimi 12 mesi, alla luce del contesto esterno sfidante e dell’economia domestica meno brillante.
Quale tipologia di stimolo è lecito aspettarsi?
Sul fronte della politica monetaria, ci aspettiamo un allentamento continuo nella forma di un taglio del tasso di riserva obbligatorio (Rrr, reserve requirement ratio) delle banche e del tasso primario (Lpr, loan prime rate). Eventuali tagli dei tassi di interesse saranno più complicati da effettuare, perlomeno nel primo trimestre, a causa dell’accelerazione dell’inflazione.
In termini di credito, potremmo assistere a un parziale allentamento da parte delle banche, ma, come abbiamo visto negli ultimi 18 mesi, la PBoC dovrà continuare a perseguire un equilibrio tra il supporto alla crescita economica e il de-risking del settore bancario ombra.
Crediamo inoltre che il Governo presterà maggiore attenzione alla politica fiscale nel 2020, al fine di stabilizzare la crescita. Nel complesso, la spesa fiscale nel 2019 è stata deludente. Riteniamo che l’incremento recente nella seconda metà dell’anno scorso nell’emissione di bond e nella spesa infrastrutturale continuerà nel primo semestre. Potremmo anche vedere un aumento del target del deficit di bilancio verso il 3% del Pil (dal 2,8% nel 2019), volto a finanziare maggiori investimenti infrastrutturali nel 2020. L’outlook degli investimenti in altri settori appare incerto, per via delle relazioni commerciali con gli Usa e la potenziale debolezza del mercato immobiliare.
Ci aspettiamo che il Governo continui a insistere sulla riforma dei mercati di capitali, che dovrebbe spronare gli investimenti, e sul sistema di classificazione dei cittadini (Hukou), riforma che dovrebbe contribuire a supportare il mercato immobiliare e i consumi. Tuttavia, sul fronte immobiliare non attendiamo particolari allentamenti, data la ripetuta enfasi sul fatto che “l’immobiliare serve a vivere, non a fare speculazioni”.
Quali saranno le aree dell’economia che traineranno la crescita?
I consumi hanno giocato il ruolo principale nel sostenere la crescita nel 2019 e crediamo che questo trend continuerà nel 2020, sostenuto da diversi fattori. La crescita del lavoro resta solida, con quasi 12 milioni di occupazioni urbane create nei primi 10 mesi dell’anno e con un aumento del 6% dei redditi disponibili in termini reali. I tassi di risparmio sono ancora elevati, mentre la domanda per servizi quali l’healthcare sta aumentando. Inoltre, anche i nuovi modelli di business guidati dalla disruption tecnologica e a supporto di misure politiche (come il taglio delle imposte personali) contribuiranno positivamente.
Per quanto riguarda gli investimenti privati, potremmo assistere a un moderato aumento di quelli manifatturieri e del capex, in quanto le condizioni di credito per le piccole e media imprese saranno più accomodanti e le aspettative di profitto miglioreranno. Tuttavia, questo esito è meno certo.
Sul fronte del commercio è chiaro che le tensioni tra Cina e Usa hanno pervaso altre aree strategiche, come la tecnologia e i mercati di capitali. Il nostro scenario base prevede che le tensioni agiranno da freno su investimenti e crescita globale nei prossimi anni.
Detto questo, la risposta della Cina ha messo maggiore enfasi sull’autosufficienza tecnologica e sugli sforzi di supportare le aziende in industrie strategiche quali aerospaziale, IT, semiconduttori e robotica. Crediamo che ci saranno alcune opportunità attraenti per gli investitori, man mano che emergeranno i ‘campioni nazionali’.
Le valutazioni sono sotto la media e gli utili dovrebbero rimbalzare
Pensiamo che le revisioni in negativo sugli utili a cui abbiamo assistito negli ultimi 18 mesi siano vicine a un’inversione di marcia. Ci aspettiamo un incremento più stabile nella crescita anno su anno del 2020. Con le valutazioni dell’Msci China Index lievemente sotto la media di lungo periodo, potremmo continuare a vedere il supporto a livello di liquidità da parte dei flussi dalla Cina continentale verso Hong Kong. I flussi verso le A-shares cinesi, dall’altro lato, potrebbero essere più variegati, in quanto l’ultimo round di cambiamenti nell’inclusione nell’MSCI Index ora è stato completato e le tempistiche di ulteriori incrementi di peso sono incerte.
Dove trovare le migliori opportunità sui mercati azionari cinesi
In questo contesto, stiamo adottando un approccio bilanciato in tutte le nostre strategie sulla Cina. Restiamo focalizzati sui business orientati verso l’economia domestica, che crediamo trarranno beneficio dalla crescita di medio termine del Paese. La nostra preferenza resta per aziende consumer con esposizione all’upgrade dei consumi, energia rinnovabile, farmaceutici, assicurazioni e nomi selettivi nelle telecomunicazioni, internet e 5G.