Ecco la tanto attesa Fase 1 dell’accordo commerciale fra Usa e Cina

A cura di Wings Partners Sim

Gli Stati Uniti e la Cina hanno ufficialmente firmato la prima fase di un accordo commerciale che, nonostante i dubbi sull’effettiva volontà del presidente Trump di rivalutare i dazi attuali, dovrebbe essere ancora più ampio in futuro. Con questa firma gli Stati Uniti vincolano la nazione asiatica a evitare la manipolazione della valuta per ottenere vantaggi commerciali e stabiliscono una spesa cinese di 200 miliardi di dollari per colmare lo squilibrio della bilancia commerciale, il tutto includendo un sistema di controllo per garantire il mantenimento delle promesse.

La cerimonia di ieri con la presenza di legislatori e funzionari sia cinesi che americani ha comunque segnato una svolta storica nel rapporto tra le due più grandi economie mondiali e la speranza è che metta fine a una parte dell’incertezza che ha danneggiato la crescita economica mondiale. Anche Trump, non perdendo l’occasione per fare propaganda politica in vista delle elezioni di quest’anno, ha dichiarato che questo importante traguardo raggiunto dopo mesi di trattative è probabilmente il principale motivo che lo ha spinto a competere per la presidenza.

Tuttavia, arrivano immediate critiche che definiscono il trattato carente delle principali questioni che da tempo le autorità americane hanno considerato di primaria importanza. Nell’accordo firmato ieri, infatti, non si trovano né vincoli sulla pirateria informatica sostenuta dallo Stato cinese a danno di aziende e istituzioni governative americane, né una richiesta degli Stati Uniti per limitare i sussidi del governo cinese verso le principali società cinesi favorendone la rapida crescita e creando di fatto una concorrenza sleale nei confronti delle imprese statunitensi. Di risposta l’amministrazione americana ha provato a fermare le critiche dichiarando che queste questioni saranno la base principale durante le trattazioni per la seconda fase dell’accordo, nonostante il sospetto che non prendano nemmeno inizio prima delle elezioni del nuovo presidente della Casa Bianca.

Nonostante l’accordo che prevede un allentamento delle pressioni fiscali sulle imprese americane che investono in Cina e una riduzione degli sforzi dei colossi tech cinesi a controllare totalmente settori strategici come le reti di quinta generazione o l’intelligenza artificiale possa sembrare più favorevole per gli Stati Uniti, dal lato cinese si confermano soddisfatti. Il premier cinese Liu He durante la cerimonia ha infatti affermato il proprio compiacimento per aver raggiunto un accordo che preveda la possibilità di consentire ampi investimenti delle aziende cinesi negli Stati Uniti e la collaborazione continua tra le università e altre istituzioni per promuovere la cooperazione tra i due paesi.

Il dollaro non ne approfitta

Nuovi apprezzamenti dell’euro nei confronti del dollaro, nonostante la firma degli iniziali accordi tra Cina e Usa denominati “Fase 1” che allenta ma non annulla le tensioni commerciali tra le due grandi potenze economiche. Le quotazioni del cambio euro-dollaro si riportano al di sopra della media mobile a 21 giorni confermando le potenzialità per ritorni verso la parte alta del range di oscillazione compreso tra area 1,1080 ed area 1,1240, ovvero a contatto con il 61,8% di ritracciamento di Fibonacci dell’onda ribassista in essere dai massimi di luglio scorso.

La violazione al rialzo della resistenza dinamica suddetta conferma, pertanto, le potenzialità pro euro del mercato supportata anche dalla prossimità degli indicatori di momentum all’area di ipervenduto, che lascia aperti spazi per un ritorno di interesse in acquisto. Naturalmente, in un’ottica più ampia, sarà importante assistere al test di area 1,1200 che fornirà chiare indicazioni sulle reali potenzialità del mercato.

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