Rame, oro e azioni. Le correlazioni e l’outlook di Guffanti (Samt)

Di Mario Valentino Guffanti, vice presidente Samt (Swiss Association of Market Technicians)

All’interno del panorama dei metalli industriali, il rame ha sempre rivestito un ruolo piuttosto importante data la sua grande varietà di applicazioni, tanto che nel passato le sue tendenze venivano utilizzate per valutare lo stato dell’economia mondiale. Per questa ragione il rame è anche chiamato nel mondo anglosassone “Doctor Copper“.

Negli ultimi anni i prezzi del rame possono anche riflettere l’influenza della Cina, che consuma quasi la metà dell’offerta mondiale del metallo.

Tuttavia, diversi recenti studi hanno messo in dubbio la capacità del rame di essere un leading indicator macroeconomico, in quanto il mondo si è spostato in una nuova normalità molto più complessa per essere esaminata come nel passato. Ma questo non nega la sua importanza come metallo industriale. Un aumento dei suoi consumi e quindi del suo prezzo indicherebbe un incremento dell’attività industriale, soprattutto nel mercato cinese.

È da diversi anni che tutte le materie prime sono in un mercato ribassista, e quindi anche il rame ha seguito questa tendenza negativa, ma quello che vorrei valutare oggi sono alcuni segnali intermarket presenti sui grafici del rame con l’oro e del rame con l’indice americano S&P 500. Si tratta di segnali embrionali, che possono svanire nelle prossime settimane, ma che non bisogna comunque sottovalutare perché potrebbero essere l’inizio di un potenziale consolidamento prodromico alla partenza di un nuovo trend.

L’indice di forza relativa tra rame e oro

Guardiamo prima l’indice di forza relativa tra rame e oro. Possiamo notare che fra la fine del 2016 e la prima metà del 2019, si è creato un pattern testa e spalle, tipica figura ribassista, che poi ha rotto la neckline (1) confermando il predominio del metallo giallo sul rame. Ma dal 9 settembre dello scorso anno è iniziato un piccolo trend rialzista (2).

L’indice di forza relativa tra rame e S&P 500

Se osserviamo poi l’indice di forza relativa tra rame e S&P 500, noteremo che dopo un forte trend ribassista avvenuto nei primi tre trimestri del 2019 (a), l’indicatore si trova sotto il livello del minimo di settembre 2018 (b), e ha creato una zona di consolidamento e tendenza laterale che sta apparentemente formando un pattern di testa e spalle rovesciato.

Quindi, se volessimo fare una sintesi del comportamento in termini di forza relativa partendo dal settembre del 2019, potremmo dire che il rame si sta rinforzando contro l’oro e si trova in posizione neutrale verso l’indice azionario S&P 500. Tradotto in un grafico di performance, per quanto riguarda il periodo preso in considerazione, abbiamo il risultato sottostante: il rame performa quanto l’indice S&P 500 e comunque in maniera superiore all’oro.

Questo ci suggerisce di seguire il futuro sviluppo di questa nuova ed embrionale forza del rame nei confronti delle altre due asset class esaminate.

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