Consiglio bollente in vista per Telecom

Occhi puntati su Telecom Italia. A Piazza Affari il titolo arretra (-0,55%) in vista del molto chiacchierato (e atteso) Cda della società che si riunirà oggi. Sul tavolo, dovrebbe esserci la vendita di Telecom Argentina (Credit Suisse ha già raccolto cinque manifestazioni di interesse per la partecipazione in Sofora, la holding di controllo oggetto di un lungo braccio di ferro con la famiglia Werthein).

La questione nei giorni scorsi ha suscitato molte polemiche a colpi di missive tra soci e managers. Primo fra tutti Marco Fossati (socio con il 5%), tornato di nuovo all’attacco e da sempre critico sulla scelta di vendere gli asset in Argentina, il quale ha recentemente reinterpellato il management sulla scelta di abbandonare il Paese. Anche il consigliere indipendente Luigi Zingales, solitamente schivo ai riflettori, ha messo il dito nella questione invitando il presidente Gabriele Galateri a riflettere sull’operazione. C’è poi l’Asati, l’associazione dei piccoli azionisti presieduta da Franco Lombardo (rappresentativa dello 0,35% del capitale), che da tempo contesta le politiche delle dismissioni.

L’ennesima querelle, secondo quanto riporta Il Sole24ore, è scoppiata ieri, con una denuncia al collegio sindacale inviata a Consob. Insomma, l’appuntamento di oggi si preannuncia bollente, anche se nessuna decisione definitiva dovrebbe essere presa in merito. La giornata sarà inoltre l’occasione per fare il punto sulle strategie industriali, dopo che recentemente l’ad Franco Bernabè ha escluso la necessità di presentare un nuovo piano entro fine 2009 (così come richiesto dai soci di Telecom) e ventilato, semmai, la possibilità di uno stato di avanzamento. A preoccupare gli azionisti c’è infine la questione della rete. L’infrastruttura dell’ex monopolista fa gola a Mediaset, che pur negando alcun interesse sembra in realtà nicchiare (ieri il presidente Fedele Confalonieri ha precisato che l’acquisto richiederebbe “un’infinità di soldi”). E sarebbe proprio questo ambiguo atteggiamento del Biscione, secondo alcuni osservatori, che avrebbe spinto Bernabè a ritardare il nuovo piano, a costo di spazientire i soci.

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