Interessi negativi, 25 miliardi pagati dalle banche europee alla Bce

Ammontano a 25 miliardi di euro gli interessi pagati dalle banche europee alla Bce, inclusi i 6,7 miliardi del 2019. In particolare, le più penalizzate sono state le banche tedesche che hanno contribuito per un terzo (33%), seguite subito dopo da quelle francesi che hanno contribuito per un quarto (25%): questi i numeri che emergono dall’analisi condotta da Deposit Solutions sull’impatto che i tassi di interesse negativi hanno avuto sul sistema bancario europeo a partire dalla loro introduzione nel 2014.

In particolare, sul fronte italiano, lo studio di Deposit Solutions rivela che le banche italiane hanno pagato il 4,1% dei trasferimenti alla Bce, per un controvalore di circa 1 miliardo di euro di interessi negativi. La buona notizia è che il nostro Paese è uno dei maggiori beneficiari del nuovo sistema di tiering a due livelli introdotto dalla Banca Centrale Europea nell’ottobre del 2019 con l’obiettivo di alleviare l’impatto degli interessi negativi sulle banche.

Secondo il nuovo sistema di tiering, infatti, l’ammontare di riserve pari a sei volte la riserva minima obbligatoria di ciascuna banca depositato presso le banche centrali nazionali è esente dal tasso di interesse negativo. Pertanto, la misura con la quale una banca percepirà tale sgravio dipende da quanto la propria liquidità in eccesso supera la riserva minima. A novembre dello scorso anno, questo nuovo sistema esentava il 78% dell’eccesso di liquidità delle banche italiane.

“Grazie al sistema di tiering a due livelli, la Banca Centrale Europea allevia notevolmente le banche con una moderata liquidità in eccesso all’interno del livello di esenzione, mentre penalizza ulteriormente le banche con elevata liquidità in eccesso, incrementando il tasso di interesse negativo. Di conseguenza, l’intervento della Bce è particolarmente vantaggioso per le banche dell’Europa meridionale. Le istituzioni tedesche e francesi, invece, dovranno ancora aspettarsi pagamenti di interessi negativi annuali pari a miliardi di euro”, spiega Tim Sievers, Chief Executive Officer & Founder di Deposit Solutions.

“La nostra piattaforma open banking contribuisce a un sistema finanziario europeo più resiliente e più integrato, nella misura in cui permette – tenuto anche conto della soglia di esenzione – di diversificare le fonti raccolta su mercati, canali e segmenti di risparmiatori tra loro complementari, con ridotta sensitività ai tassi ed elevata stabilità”, aggiunge Ermanno Ciarrocchi, Chief Sales Officer Europe di Deposit Solutions.

Nel novembre 2019 le banche tedesche hanno riportato eccessi di deposito per un totale di 640 miliardi di euro. Sei volte la loro riserva minima equivale a 224 miliardi di euro, quota eligibile a essere esclusa dagli interessi negativi all’interno del nuovo sistema a due livelli (35% della liquidità in eccesso). Le banche italiane hanno invece accumulato eccessi di deposito per 139 miliardi di euro a fronte di un’esenzione di 108 miliardi di euro, pari al 78% delle eccedenze. In Spagna, Portogallo, Grecia e Slovacchia, le quote totali sono persino superiori agli eccessi di deposito delle banche a livello aggregato.

Una riduzione di 10 punti base dei tassi di interesse comporterebbe addebiti aggiuntivi per 1 miliardo di euro

Nell’ambito del proprio studio, che viene pubblicato in occasione del World Economic Forum di Davos, Deposit Solutions mostra come anche come gli oneri legati ai tassi di interesse negativi si sviluppano nell’area dell’euro, a seconda che la Bce tagli o aumenti i tassi. Secondo questa analisi, ogni riduzione del tasso di interesse di 10 punti base comporterebbe un onere aggiuntivo di 1 miliardo di euro per le banche dell’Eurozona, di cui le banche tedesche rappresenterebbero circa 330 milioni di euro. Di conseguenza, ogni aumento di 10 punti base comporterebbe nell’Eurozona una riduzione di 1 miliardo di euro.

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