Salini Impregilo tenta il rimbalzo aspettando norme più snelle

Deciso rimbalzo stamane per Salini Impregilo (poco meno di 1,4 miliardi di capitalizzazione in borsa), che apre la giornata sfiorando il +3% a Piazza Affari dove il titolo ha toccato un picco di 1,57 euro per azione dopo i primi scambi prima di tornare a oscillare sugli 1,557 euro (+2%) quando erano passati di mano poco meno di 850 mila pezzi. Aiuta il recupero il tono più disteso dei mercati dopo alcune sedute negative e la sensazione che i tassi in Europa sono destinati a rimanere bassi a lungo, con la Bce che ha avviato una revisione strategica destinata a durare tutto il 2020 e che potrebbe precludere all’adozione di un target medio di inflazione.

Venendo alla società di costruzioni, che d’ora in poi si chiamerà WeBuild, l’amministratore delegato Pietro Salini è tornato a chiedere in un’intervista sul Corriere della Sera che l’Italia investa più in infrastrutture rispetto a quanto fa attualmente (“meno del 2% della spesa pubblica”), dato che altrimenti il paese rischia di “perdere il treno della modernità, della mobilità, della multi-modalità fondamentale da un punto di vista ambientale”.

“Dall’alta velocità alle linee metropolitane, l’Italia ha bisogno di modernizzarsi” ha concluso Salini, secondo cui il problema non è “pianificare le infrastrutture, ma realizzarle. Siamo ottimi pianificatori, ma pecchiamo nella capacità da trasformare le idee in azioni”. Meglio “sbagliare ma fare, piuttosto che attendere ancora per anni” conclude Salini, che si è poi detto fiducioso circa il processo di integrazione di Astaldi.

Il giudizio degli analisti

In attesa di vedere se la richiesta di sbloccare i cantieri sarà accolta dal governo e dal parlamento (cosa non scontata, data l’aperta ostilità di M5S a molte infrastrutture, a partire proprio dall’Alta Velocità), gli analisti fondamentali hanno comunque un giudizio nel complesso moderatamente positivo sul titolo (2 giudizi positivi, “outperform”, 3 giudizi neutrali, “hold”) con un target price di consenso di 2,07 euro per azione che implica un potenziale rialzista attorno al 30% dai livelli attuali.

A fronte di attese per un fatturato per l’esercizio appena concluso di 5,75 miliardi e di un utile ante imposte di almeno 183 milioni di euro (15 centesimi per azione, che permetterebbero di distribuire 9 centesimi di dividendo), Salini Impregilo tratta circa 17,5 volte gli utili attesi e offre un rendimento in termini di dividendi del 5,7% circa. Anche gli analisti grafici sono moderatamente ottimisti sul titolo in vista quanto meno di un possibile rimbalzo tecnico dopo le ultime sedute negative (-4,5% nelle scorse cinque sedute di borsa, -17,55% negli ultimi tre mesi, con un risultato a 12 mesi che era tornato in rosso del 3,5% a ieri sera).

Lo stocastico è infatti in chiaro ipervenduto, mentre anche l’indicatore di forza relativa (Rsi) oscilla su livelli decisamente depressi e si potrebbe pertanto verificare un’inversione rialzista di breve periodo. Al di là di questa sarà necessario monitorare l’andamento del titolo, che resta comunque in un trend negativo a breve termine anche con volumi significativi (sintomo di una certa convinzione da parte dei venditori). Se i supporti, in caso di ulteriori vendite, sono indicati a 1,49-1,47 euro per azione, le resistenze sono ben più in alto a causa della velocità con cui le quotazioni sono cadute negli ultimi giorni, a 1,58-1,60 euro per azione.

Ai livelli correnti Salini Impregilo resta sia sotto la media mobile veloce sia quella lenta e dunque conferma di trovarsi in un trend ribassista di breve termine chiaramente definito. L’eventuale inversione rialzista dovrà pertanto essere accompagnata da volumi in ulteriore crescita per potersi dimostrare qualcosa di più che un rimbalzo tecnico.

L’andamento in Borsa di Salini Impregilo negli ultimi 12 mesi

A cura di Luca Spoldi, Cefa, 6 In Rete Consulting Ceo (www.6inrete.it)

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