Stallo dell’economia europea e crollo di quella cinese

A cura di Wings Partners Sim

La crescita in Europa sembra essere entrata in una fase di stallo, dettata particolarmente dalla riduzione inaspettata delle economie di Francia e Italia durante gli ultimi tre mesi dello scorso anno. L’economia francese, seconda più grande d’Europa, ha mostrato una riduzione dello 0,1%, causata dagli scioperi nazionali contro le riforme pensionistiche di Emmanuel Macron che hanno interrotto l’attività delle infrastrutture principali. Il PIL italiano si è ridotto dello 0,3% registrando la peggior performance dal 2013 a causa della debolezza della domanda interna di beni e servizi. In attesa dei dati sull’economia tedesca, che saranno pubblicati il prossimo mese, la Spagna registra la miglior espansione dello 0,5% trainata da un netto miglioramento delle esporta-zioni. Il Prodotto Interno Lordo europeo ha, pertanto, registrato una variazione positiva di appeno lo 0,1% nel quarto trimestre del 2019 mentre l’indice dei prezzi al consumo di gennaio, come da previsioni, si attesta a 1,4% contro l’1,3% del mese precedente. I dati dell’agenzia di statistica Eurostat hanno inoltre evidenziato che l’espansione annua dell’economia europea ha avuto un’espansione di solo l’1%.

L’uscita definitiva della Gran Bretagna dall’Unione Europea incrementa la negatività sulla situazione futura dell’economia europea, in particolare dopo il discorso tenuto da Boris Johnson. Il Primo Ministro britannico ha dichiarato infatti di essere pronto ad interrompere le trattative sui futuri rapporti commerciali con l’UE se non dovesse ottenere ciò che ha programmato. Durante la giornata di oggi Jonhnson rivelerà ai leader politici i suoi obiettivi per i rapporti commerciali con l’Europa e spiegherà le strategie per ottenere un accordo com-pleto e favorevole al Regno Unito.

Nel frattempo, in Cina si sono concretizzate le paure temute dagli investitori causate dal coronavirus. Continua infatti la discesa del listino azionario nazionale, seguito a ruota dallo yuan e dai futures sulle materie prime. I funzionari locali hanno cercato di limitare le vendite dettate dal panico iniettando liquidità nel mer-cato monetario e facendo appello alla calma, ma gli effetti del virus in continua espansione hanno sopraffatto le manovre del governo. L’isolamento dell’economia cinese per almeno un’altra settimana ha così convinto gli investitori a cercare soluzioni meno rischiose di quelle in territorio cinese. Come afferma anche il presidente di China Vision Capital a Pechino, il contagio non avrà un impatto sul mercato cinese solo per pochi giorni ma è destinato a durare di più.

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