Nel mirino c’è l’Europa

di Fabio Coco

Grazie ai 17 nuovi exchange traded fund, che comprendono fondi azionari, legati all’inflazione ed Etf che replicano obbligazioni governative, con esposizione su diverse scadenze e focus su Europa, Stati Uniti e Giappone, Credit Suisse si è presentata da subito come quarto emittente sul mercato, in termini di numero di strumenti quotati.
A riprova delle intenzioni di rafforzamento nel mondo dei fondi a replica passiva, la società svizzera ha nominato Enrico Camerini responsabile Xmtch per il mercato italiano, un nome importante in questo campo, come testimoniato dalla sua precedente esperienza in UniCredit-HVB, quale responsabile per l’Italia del desk Advisory & Trading. Il lancio della gamma di Etf in Italia – primo Paese in Europa dopo la Svizzera – è in linea con l’obiettivo di Credit Suisse di espandersi in Europa. Infatti, dopo la piattaforma lanciata su Borsa Italiana, l’emittente ha quotato anche sulla borsa tedesca i medesimi strumenti, con la differenza che non tutti sono negoziati in euro, bensì anche in dollari o sterline. In sostanza, dopo il successo domestico ottenuto, Credit Suisse ha deciso di affacciarsi sulle altre piazze borsistiche in maniera importante.
“Il nostro ambizioso obiettivo è quello di diventare il più grande provider di etf al mondo. Potremmo metterci 2, 3 o persino 5 anni” ha chiosato Remy Kawkabani, responsabile per la società della distribuzione per l’area Emea.
Non senza un track record di lungo periodo nella gestione di portafogli indicizzati azionari, obbligazionari e misti, su una vasta gamma di indici di riferimento ed attraverso un’oculata gestione dei rischi. “Grazie al nostro solido processo di controllo dei rischi, le nostre abilità nelle relazioni con i migliori investitori istituzionali internazionali e la nostra competitività sui costi, pensiamo di avere tutte le caratteristiche per esser vincenti nel lungo periodo”.
Ma perché Credit Suisse sta puntando così fortemente sullo strumento Etf? “Gli Etf coniugano tutte le strategie beta possibili, in un unico prodotto di immediato utilizzo. Dal mercato svizzero, nel quale siamo l’emittente leader di questi fondi indicizzati, abbiamo quindi deciso di espandere la nostra gamma in Italia e nel resto d’Europa, adattando senza problemi gli etf alla normativa Ucits III richiesta nel Vecchio Continente (in Svizzera non è obbligatoria, ndr)” ha proseguito il responsabile della società.
I fondi indicizzati sinora portati al listing sono unicamente di tipo cash based, ossia investono direttamente nei titoli che compongono l’indice sottostante, ma non si esclude in futuro l’utilizzo di Etf che utilizzano una replica basata sui contratti swap, nonché proprio il lancio di nuovi Etf, non solo su Borsa Italiana.
“Gli Etf consentono di assumere un’esposizione passiva con costi molto ridotti rispetto agli altri fondi, ed è grazie a queste loro peculiarità che sono lo strumento che più di altri hanno conosciuto una crescita nel campo dell’asset management”.
E’ possibile, però, utilizzare questi prodotti anche per le strategia alpha, ad esempio all’interno di un approccio core/satellite? “Molti gestori hedge – ha risposto mister Kawkabani – adottano questo tipo di strategia all’interno dei loro portafogli. Si tratta di due facce della stessa medaglia: gli etf replicano un indice che già esiste, consentendone un’esposizione immediata non ‘core’ che può consentire di essere attivi nel portafoglio; la decisione sottostante, però, resta passiva”.

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