Ue, si studi una Tobin tax

I leader europei hanno chiesto al Fondo monetario internazionale di instaurare una tassa sulle transazioni finanziarie.
La richiesta è motivata dalle intenzioni dell’Europa di “rinnovare il contratto economico e sociale tra le istituzioni finanziarie e la società, assicurando che i cittadini colgano veramente i frutti nei periodi di crescita e, allo stesso tempo, siano protetti da eventuali rischi”. I capi di Stato e di governo dell’Ue quindi “incoraggiano il Fondo monetario internazionale a considerare tutte le possibilità di instaurare una tassa sulle transazioni finanziarie”.

Questa è la conclusione tratta dall’ultimo Consiglio europeo del 2009, e sta a dimostrazione di come l’Europa sia convinta della necessità di regolare la finanza internazionale per evitare di compromettere la ripresa e prevenire una nuova crisi in futuro. Nel settembre scorso al G20 il fondo monetario internazionale era già stato incaricato di studiare mezzi perché ricadesse sulle banche il peso del loro salvataggio dopo l’avvento della crisi finanziaria.
Si era parlato quindi di “Tobin Tax”, che deve il suo nome al premio Nobel per l’economia James Tobin, che per primo la propose nel 1972.
Se venisse introdotta questa normativa colpirebbe tutte le transazioni sui mercati valutari, garantendo una maggiore stabilità economica e dissuadendo gli speculatori da investire i propri soldi su una base a brevissimo termine.

“È giusto che il settore finanziario che ha generato la crisi economica dia ora il suo contributo all’economia”, ha dichiarato José Manuel Barroso, presidente della Commissione Ue, che ha commentato la decisione del Consiglio europeo di proporre all’Fmi lo studio di una tobin tax.
“Il settore finanziario ha creato grandi problemi”, ha detto, “e i cittadini ne pagano le conseguenze”, tuttavia, “bisogna trovare un modo condiviso a livello globale, perché non sarebbe logico avere tasse più alte in alcuni paesi rispetto ad altri”, ha concluso.

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