Investire nel cambiamento climatico, sfide e opportunità

A cura di Eva Cairns, Senior Esg Investment Analyst di Aberdeen Standard Investments

Negli ultimi anni abbiamo assistito all’aumento di eventi meteorologici estremi come tempeste, incendi e inondazioni. Nel 2017 i disastri naturali hanno causato perdite complessive per 340 miliardi di dollari, la seconda perdita annuale più alta di sempre. Allo stesso tempo, stiamo vivendo gli anni più caldi della storia.

La portata della sfida del cambiamento climatico è immensa, l’urgenza di agire non ha precedenti. Come gestori patrimoniali, abbiamo un ruolo cruciale per contribuire ad affrontare queste problematiche. Questo comporta alcune difficoltà, ma anche molte opportunità per gli investitori.

Sfide e opportunità

L’economia globale deve essere decarbonizzata con urgenza. Le nazioni dovranno ridurre drasticamente il livello di combustibili fossili nel mix energetico. Molte hanno già iniziato a farlo. In Cina, ad esempio, entro il 2030 il 20% dell’energia dovrà provenire da fonti di combustibili non fossili. L’Ue e il Regno Unito hanno messo in atto politiche ancora più ambiziose.
Indubbiamente la transizione comporta alcune difficoltà. Mentre i paesi rafforzano le proprie politiche per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, i rischi della transizione energetica stanno diventando sempre più rilevanti, e includono:
– aumento dei prezzi del carbone, uno dei modi più efficaci per incentivare il passaggio a fonti più economiche a basse emissioni di carbonio;
– rischio di asset inutilizzabili, legato al fatto che i combustibili fossili ad alto contenuto di carbonio diventano obsoleti;
– rischio reputazionale: le imprese che non dimostrano di agire saranno soggette alla censura pubblica e degli azionisti.

D’altro canto, la transizione genera anche opportunità. Per il passaggio a un’economia a bassa emissione di carbonio servono ingenti somme di capitale privato. Secondo le stime dell’Agenzia internazionale dell’energia (Aie), per una transizione energetica in linea con l’Accordo di Parigi servono investimenti per circa 3mila miliardi di dollari ogni anno.

La crescita attesa di fonti di energia e tecnologie a bassa emissione di carbonio è notevole. Le aree che offrono opportunità per gli investitori sono energie rinnovabili, efficienza energetica e stoccaggio, elettrificazione del trasporto. A questo si aggiunge l’opportunità di investire in infrastrutture e tecnologie adattabili ai cambiamenti climatici.

Per quanto ci riguarda, la valutazione dei rischi e delle opportunità del cambiamento climatico è una componente essenziale della nostra ricerca sugli investimenti e del nostro approccio all’integrazione ambientale, sociale e di governance (Esg). Con il nostro impegno, possiamo esercitare un impatto e convogliare il nostro capitale verso imprese i cui obiettivi e strategie siano in linea con l’Accordo di Parigi. Inoltre, collaboriamo con altre parti, incluso l’Institutional Investors Group on Climate Change, per contribuire a imprimere un cambiamento e a promuovere un’informazione più efficace.

Considerazioni finali

Il cambiamento climatico è una delle sfide più importanti del 21mo secolo e ha grandi implicazioni per gli investitori. I paesi hanno iniziato ad agire e la transizione energetica è in atto in molte parti del mondo. Stiamo assistendo a un cambiamento delle politiche, alla diminuzione dei costi delle energie rinnovabili e a un mutamento della percezione pubblica. Tuttavia, tutti noi dobbiamo fare di più per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Sebbene richieda un grande impegno, questo creerà enormi opportunità per le imprese, le economie e gli investitori. Se non agiremo, tuttavia, il prezzo da pagare sarà incalcolabile.

Nota: l’impatto delle politiche relative al clima sulle emissioni è illustrato nel documento di ricerca di Aberdeen Standard Investments “Going Green”, e il modo in cui il cambiamento climatico influisce sull’asset allocation è esaminato in maggior dettaglio nel nostro documento “Asset allocation strategica: la nuova frontiera dell’Esg”.

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