Ftse Mib: meglio attendere e valutare nuovi long sull’eventuale debolezza

Intervista di Davide Pantaleo (TrendOnline) a Gianluigi Raimondi, analista tecnico e fondatore di FinanzaOperativa.com del 14 febbraio 2020

Il Ftse Mib si è spinto a poca distanza dall’area dei 25000 punti. C’è ancora margine per nuovi rialzi o si aspetta una frenata dai valori attuali?

Nella seduta di ieri il Ftse Mib ha corretto un po’, soprattutto nella prima parte della seduta, per poi risalire la china nella seconda e chiudere in lieve rialzo. Una discesa in ottica di brevissimo termine potrebbe condurre il Ftse Mib verso i 24.500 punti in prima battuta e in seguito in direzione dei 24.360, con successivo approdo a 24.270 punti, dove verrà chiuso il gap-up aperto il 6 febbraio. Anche una flessione verso questi livelli non sarebbe nulla di eclatante e preoccupante, anzi sarebbe salutare per il mercato. Siamo in uno scenario positivo e continuano ad arrivarmi report di vari analisti i quali segnalano che non c’è alternativa alla salita dei mercati azionari. Se gli istituzionali dicono ciò allora è probabile che le Borse vadano ancora avanti, fermo restando che eventuali correzioni saranno occasioni per comprare a prezzi più bassi.

Al rialzo oltre i livelli attuali per il Ftse Mib possiamo indicare un primo target a 25.000 punti, con successivi target a 25.250 e a 25.500 punti, senza escludere allunghi fino ai 25.750 punti. La mia view su Piazza Affari resta positiva, anche se non nel brevissimo, visto che delle prese di profitto sono possibili, ma le stesse dovrebbero profilarsi come un’occasione per acquistare a prezzi più bassi.

Banco BPM e Ubi Banca ieri hanno portato avanti il rally che dura ormai quasi da inizio mese. Cosa può dirci di questi due titoli?

Banco BPM si sta avvicinando ad un importante test a quota 2,2 euro, dove transita la trendline discendente che funge da resistenza dinamica di medio-lungo termine. Solo la conferma del superamento dell’ostacolo a 2,2 euro potrà consentire un ulteriore allungo di Banco BPM verso area 2,3 euro. Da non escludere che in area 2,2 euro si possa assistere ad una fase laterale di consolidamento di breve termine.
A chi volesse acquistare Banco BPM suggerisco di fissare uno stop loss molto rigido a 2,1 euro.

Salvo un’auspicabile fase di consolidamento di breve-brevissimo termine intorno ai livelli attuali, Ubi Banca potrebbe allungare ulteriormente il passo verso quota 3,4 e 3,5 euro, con obiettivo successivo a 3,65 euro.

Telecom Italia ieri ha dato vita ad un bel rally, salendo per la terza seduta di fila. Il peggio è alle spalle per questo titolo?

Dal punto di vista squisitamente tecnico, il segnale generato ieri da Telecom Italia è indubbiamente positivo, visto che il titolo ha oltrepassato a quota 0,52 euro una importante resistenza statica di medio termine. Il prossimo test cruciale sarà a 0,53 euro, dove transita la media mobile a 50 sedute e oltre questo obiettivo Telecom Italia potrebbe proseguire nell’uptrend. A quota 0,54 euro il titolo andrebbe ad oltrepassare la trendline discendente di breve-medio termine, andando a disegnare quello che potrebbe conformarsi come un movimento a V, con obiettivo intermedio a quota 0,58 euro e target ultimo a 0,59/0,6 euro. Un acquisto di Telecom Italia andrà corredato a mio avviso da uno stop loss a 0,5 euro, dove transita la media mobile a 21 periodi.

Nel settore delle utility ce ne sono alcune che sta seguendo in particolare? Di quali si tratta?

Segnalo in primis A2a che sta confermando l’uptrend partito a inizio anno, ma dire anche prima, ossia nella seconda settimana di dicembre. Il titolo, dopo un rimbalzo dalla media mobile a 21 sedute a 1,8 euro, ha oltrepassato a 1,815 euro la resistenza statica di breve-medio termine e poi ha scongiurato a quota 1,85 euro la possibile formazione di un doppio massimo. Visto anche l’incremento dei volumi di scambio e il fatto che gli indicatori tecnici non sono ancora entrati in territorio di ipercomprato, a mio giudizio è possibile un ulteriore allungo. Per A2a possiamo indicare così degli obiettivi a 1,87 euro prima e poi verso la soglia degli 1,9/1,92 euro. A chi volesse acquistare il titolo suggerirei di fissare uno stop loss a 1,815 euro, dove passa la media mobile a 21 sedute e dove troviamo l’attuale supporto statico.

Sto seguendo anche Hera che come A2a ha scongiurato la formazione di un doppio massimo che poteva realizzarsi a 4,33 euro. Il titolo prosegue in ottica di breve nell’uptrend iniziato nella seconda metà di gennaio, e in ottica di medio periodo in quello partito a dicembre 2018. Bisogna tenere conto del fatto che Hera sta salendo con un ridotto coefficiente angolare, quindi la crescita è abbastanza costante e non è caratterizzata da picchi. Al rialzo i prossimi target li individuo a 4,45 euro prima e poi a 4,5/4,55 euro, con stop loss a 4,25 euro.

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