La Cassa degli avvocati difende i corporate bond

di Julia Giavi Langosco

Piemontese di quelli più schivi, Marco Ubertini, avvocato dell’Ordine di Verbania, è tuttavia un uomo molto corteggiato in certi ambienti milanesi e romani. “Sono vecchio” dice di sé. Vecchio, ma ricco. Nel senso che maneggia un portafoglio da 3,8 miliardi, invidiabile e invidiato. Con 200.000 avvocati iscritti all’Ordine, toga più toga meno, la Cassa forense, di cui dall’estate scorsa Ubertini è presidente, è al top della classifica per floridezza di tutti gli istituti privati di previdenza delle professioni attive in Italia. Sebbene, va detto, un inciampo con un’obbligazione Lehman Brothers, l’abbiano subìto anche loro, gli occhiuti giuristi.

“Ma niente titoli tossici”, mette le mani avanti il piemontese “ e per quanto riguarda Lehman, quando abbiamo investito, le sue obbligazioni, per le agenzie di rating, erano da tripla A. Sfido chiunque a dire che quella obbligazione fosse sospetta o non dovesse essere comprata”, rivendica ora e lo ha fatto anche davanti alla Commissione bicamerale di vigilanza sugli enti gestori di forme private di previdenza. Ci è andato in audizione, poche settimane fa, per rispondere sui contraccolpi della crisi. Ma soprattutto per perorare la riforma della contribuzione per le casse previdenziali private sulla quale i vari ministri competenti litigavano da due legislature. Ora il ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, ha dato un colpo di timone e la riforma è partita. Dunque liquidità, tanta, in arrivo, con i contributi minimi, che nel giro di un anno, potranno salire fino al 4%. “Avremo 300 milioni di avanzo di gestione da allocare nel 2010 e circa altrettanti l’anno successivo”, gongola Ubertini, sotto la maschera di nebbia piemontese. Dove andrà tanto bendiddio? “Abbiamo previsto un’ asset allocation che privilegi gli strumenti inflation linked”. In pratica, scusi? “Meno titoli governativi che danno rendimenti bassissimi e più obbligazioni corporate indicizzate”. E come la prenderà il ministro Giulio Tremonti questa notizia che arriva proprio all’indomani della riforma contributiva? “Noi dobbiamo fare una programmazione triennale degli investimenti e, con le misure anticrisi che interessano l’economia globale, le aspettative sono di ripresa dell’inflazione. Non possiamo non tenerne conto”. Ne terranno conto gli avvocati anche nel loro giardinetto azionario? “Siamo azionisti storici di Mediobanca, Generali, UniCredit”. A sì, di UniCredit? Ma il titolo di piazza Cordusio ha subito forti sbalzi nell’ultimo anno. “Abbiamo alleggerito un po’ la posizione, a suo tempo, e ora abbiamo recuperato; siamo su valori anche superiori a quelli esposti nel bilancio 2008”. La Cassa forense, assistita da Prometeia Advisor Sim, ha anche sfruttato il decreto anticrisi, svalutando un po’ il portafoglio azionario. Gli aggiustamenti di bilancio hanno riguardato in primo luogo UniCredit, ma anche altri titoli bancari e delle comunicazioni.

Complessivamente il portafoglio comprendente titoli governativi, pronti contro termine e liquidità resta comunque sopra quota 2 miliardi, oltre il 50% del patrimonio, al netto degli accantonamenti. Mentre il giardinetto azionario si mantiene sul 30%, anche se la tempesta finanziaria del 2008, per quell’esercizio, ha fatto evidenziare un risultato negativo del 13%, che si prospetta in recupero per il 2009 e soprattutto per gli anni a venire con la modifica degli indici di contribuzione. Se di titoli tossici e di obbligazioni strutturate Ubertini non vuole nemmeno sentir parlare, in epoca di green economy e di mercato del mattone in mano ai compratori, dalla Cassa forense si guarda con crescente interesse al private equity e all’immobiliare. “Attualmente l’immobiliare rappresenta il 13% del nostro portafoglio, pensiamo di salire al 17% nel corso del 2010”. Sentito signori sviluppatori e promoter di Aspesi? Farsi sotto.
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