Coronavirus e obbligazionario, T. Rowe Price: Fed e Bce non taglieranno i tassi

A cura di Ken Orchard, gestore del fondo T. Rowe Price Funds Sicav – Diversified Income Bond di T. Rowe Price

Lo scoppio del coronavirus ha stravolto le previsioni per i mercati finanziari nel 2020. A nostro avviso sono tre le implicazioni che dovremmo aspettarci per i mercati obbligazionari.

1. È improbabile che le banche centrali risponderanno al virus con un taglio dei tassi nel breve periodo

Anche se ci sono pochi dubbi sul fatto che la crescita globale potrebbe risentire dello scoppio del coronavirus, resta ancora da capire quanto lungo o importante sarà tale impatto. Ci vorrà del tempo per elaborare i dati, quindi l’impatto reale potrebbe non essere noto ancora per parecchio. In questo contesto, è probabile che le principali banche centrali adotteranno un approccio attendista, guardando con attenzione alla risposta da parte delle autorità cinesi.

Finora, la risposta cinese è stata focalizzata sulla gestione della crisi, tuttavia potremmo vedere un’ondata di nuove misure nel medio termine per sostenere la crescita, tra cui ad esempio ulteriori tagli dei tassi, prestiti a piccole e medie imprese, o addirittura stimoli fiscali mirati, ad esempio verso le infrastrutture.

A livello obbligazionario, la diffusione del virus ha portato i mercati dall’anticipare una possibile reflazione a prezzare misure di emergenza di taglio dei tassi. Ciò ha spinto i rendimenti bruscamente al ribasso, con la curva a breve Usa che ora riflette le aspettative di un nuovo taglio della Fed entro settembre.

Tuttavia, non siamo d’accordo con questo punto. Riteniamo sia troppo presto perché i mercati possano prevedere che le principali banche centrali inizieranno a tagliare i tassi nel 2020. L’inversione della curva negli Stati Uniti e in Germania rende i titoli di Stato dei mercati core un investimento costoso al momento.

2. I bond locali asiatici sovraperformeranno, mentre le valute locali rischiano ulteriori deprezzamenti

Il rallentamento della crescita previsto in Cina avrà un effetto domino in Asia. Per ammortizzare il colpo, è probabile che diverse banche centrali in quest’area allenteranno la politica monetaria per iniettare liquidità nei mercati. Con un’inflazione generalmente bassa nei Paesi asiatici limitrofi alla Cina, c’è la possibilità che questi decideranno di attivarsi per sostenere la crescita. In Thailandia e Indonesia, gli istituti centrali hanno già tagliato i tassi e ci aspettiamo che molti altri seguiranno il loro esempio nei prossimi mesi.

Tra questi potrebbero esserci Corea del Sud e Malesia, dato che le loro economie hanno legami con la Cina a livello di scambi commerciali e turismo. Guardando al mondo del fixed-income, la combinazione di un’inflazione in buono stato e dei probabili tagli dei tassi nel prossimo futuro è favorevole per i bond in valuta locale, e dovrebbe portare a una sovraperformance nella regione.

Oltre ai tagli dei tassi, alcuni Paesi potrebbero anche annunciare misure di stimolo fiscale. Singapore, per esempio, ha di recente lanciato un pacchetto da 4,5 miliardi di dollari per aiutare a stemperare l’impatto economico del virus. Secondo i nostri analisti sul debito sovrano, anche altri Paesi potrebbero muoversi nella stessa direzione, compresi Corea del Sud e Malesia.

Nonostante queste misure, le valute della regione rischiano un ulteriore deprezzamento. A causa del virus, alcune monete asiatiche potrebbero vedere una continuazione della fase di debolezza nel breve termine. Tra queste rientra anche lo yen giapponese, che tradizionalmente ha rappresentato una moneta “safe-haven”, ma che di recente ha subito pressioni a causa della vicinanza del Giappone all’epicentro del virus.

3. L’impatto sull’universo dei bond corporate sarà variegato

L’impatto del coronavirus sarà diverso nei vari settori. I nostri analisti sul credito e sull’azionario ritengono che il settore automobilistico sia vulnerabile, dato che la chiusura degli stabilimenti in Cina interromperà la sua supply chain, soprattutto per le società che utilizzano componenti prodotti nella provincia di Hubei. L’effetto sulle società tech dovrebbe invece essere variabile sulla base delle diverse supply chain.

Per le aziende di commodity, il brusco crollo dei prezzi, che anticipa una crescita globale in rallentamento, ha rappresentato un forte vento contrario. Queste società sono state colpite duramente, ma se la diffusione del virus sarà contenuta, ci potrebbero essere opportunità interessanti in questo settore, così come nelle società cinesi di sviluppo immobiliare.

In generale, il settore high yield asiatico sembra attraente per gli investitori che mirano a guardare al di là della volatilità di breve termine. In questo settore le curve sono ripide e le valutazioni attraenti, rispetto all’investment-grade asiatico e ad altri segmenti del mercato high yield, compresi i mercati emergenti. Anche il contesto tecnico è di supporto, dato che secondo le aspettative l’offerta lorda dovrebbe muoversi verso il basso nel 2020, mentre gli investitori sono in gran parte domestici con un orizzonte di lungo termine.

Sebbene l’high yield asiatico sembri interessante, decideremo dove posizionarci caso per caso e soltanto quando il nostro team di ricerca bottom-up identificherà società attraenti su un orizzonte di medio termine.

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