Banche centrali verso un taglio congiunto. Gli effetti sull’Euro/Dollaro

La presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, ha affermato di essere pronta ad agire, se necessario, per limitare i danni economici creati dal coronavirus.

Durante una dichiarazione di ieri, Lagarde ha affermato che l’espansione dell’epidemia è in rapido sviluppo e sta creando grandi rischi per le prospettive economiche e per il regolare sviluppo dei mercati finanziari. Dichiarazione in linea con quanto già affermato dai funzionari della Federal Reserve, della Bank of Japan e della Bank of England durante la scorsa settimana, mentre la Reserve Bank of Australia ha tagliato questa notte i tassi di 25 bps portandoli allo 0,50%.

La BCE monitora quindi molto attentamente gli sviluppi delle complicazioni economiche per l’eventualità che sia necessario attuare cambiamenti della politica monetaria in atto, al fine di salvaguardare le esportazioni europee e il livello inflazionistico di medio termine.

Comunicazioni della presidente della BCE, avvenute appena prima della riunione politica in programma settimana prossima, che sono state percepite dagli analisti economici come forti preoccupazioni per un maggiore impatto del coronavirus sull’economia dell’Eurozona, che ha già mostrato una recessione manifatturiera.

Preoccupazioni che si riflettono a livello globale con i ministri delle finanze del G7 (Canada, Francia, Germa-nia, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti) che terranno oggi una teleconferenza globale per discutere delle politiche da adottare per contenere l’effetto del coronavirus.

I ministri saranno probabilmente accompagnati dai governatori delle rispettive banche centrali per considerare anche un concreto taglio dei tassi d’interesse a livello globale. Alta la probabilità per una decisione a favore di un allentamento monetario che non dovrebbe comunque preoccupare i mercati, che hanno già scontato la notizia ipotizzata la settimana scorsa.

In Gran Bretagna, nonostante le minacce commerciali dell’epidemia, il Primo Ministro Boris Johnson continua a lavorare per offrire al Regno Unito accordi commerciali globali e favorevoli per l’uscita dall’Unione Europea. Lunedi, Johnson ha iniziato i colloqui anche con gli Stati Uniti chiarendo immediatamente che le questioni politicamente sensibili, come ad esempio il prezzo dei medicinali, non saranno nemmeno discusse.

Il Dipartimento per il commercio internazionale inglese ha inoltre richiesto all’amministrazione Trump di interrompere le tariffe sull’acciaio e i dazi punitivi su articoli di esportazione britannica come il whisky. Richieste che arrivano in un momento di lievi tensioni nel rapporto tra America e Gran Bretagna, causate dalla decisione di Boris Johnson di respingere la richiesta di Donald Trump di vietare all’azienda cinese Huawei Technologies di installare le reti a banda larga di ultima generazione nel Regno Unito.

L’analisi dell’Euro/Dollaro

Ancora una seduta all’insegna del rafforzamento dell’euro nei confronti del dollaro, con le quota-zioni che hanno avvicinato area 1,1200 ovvero l’area di massimo segnata ad inizio anno annullando l’effetto pro dollaro registrato nelle ultime sedute. Detto movimento, tuttavia, è stato accompagnato dalla ripresa degli indicatori di momentum a ridosso dell’area di ipercomprato a confer-ma della necessità di uno storno correttivo dei prezzi per favorire un ritorno degli oscillatori nell’area di neutralità. Il rafforzamento dell’euro è da imputarsi alle attese per l’avvio di nuovi stimoli economici a supporto dell’economia europea a causa del coronavirus che sta interessando il vecchio continente ed in particolare l’Italia. Le attese di breve, tuttavia, restano a favore di un ritorno di forza del dollaro capace di ritracciare parte del repentino rialzo di breve e favorire l’avvio di una fase neutrale compresa tra i minimi ed i massimi registrati a fine 2019, ovvero tra are 1,1000 ed area 1,1200.

Il trend dell’Eur/Usd

A cura di Wings Partners Sim

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