Taglio dei tassi Fed, la (fredda) reazione dei mercati obbligazionari

“La comunicazione del G7 di ieri non è stata densa di fatti significativi, ma la Fed ha ugualmente risposto rapidamente con un taglio d’emergenza ai tassi d’interesse. Le altre banche centrali potrebbero presto seguire la stessa strada, ma la Fed ha più spazio di manovra di altre, dato che la Bce e la Bank of Japan hanno poco margine di discesa rispetto ai livelli attuali, già negativi. Altre misure, come l’offerta di liquidità al sistema bancario e alcuni stimoli fiscali, potrebbero seguire, come è accaduto in Italia dove è già stato annunciato un aumento della spesa pubblica”. E’ il commento di Paul Brain, gestore del Bny Mellon Global Dynamic Bond Fund e Head of Fixed Income di Newton Investment Management, sul taglio d’emergenza dei tassi Fed in risposta alla minaccia del coronavirus.

“Il mercato delle obbligazioni Usa – aggiunge l’esperto – prevedeva già, nei prezzi dei titoli, una riduzione da 100 punti base dei tassi Fed, ma la reazione iniziale all’annuncio di ieri spinge le valutazioni a incorporare ulteriori tagli. I rendimenti a 10 anni sono diretti verso un livello dell’1%. Il movimento dei prezzi potrebbe però avere vita breve, se gli asset rischiosi dovessero rispondere bene alle misure monetarie, o se i mercati dovessero realizzare che le banche centrali sono più lente del previsto nel reagire. Inoltre, se l’enfasi dovesse spostarsi verso stimoli diversi dai tagli dei tassi, la corsa agli investimenti rifugio potrebbe facilmente rallentare”.

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