JP Morgan: la resilienza del credito di alta qualità

“Le risposte politiche all’epidemia di coronavirus hanno esordito con una riduzione dei tassi dello 0,5% da parte della Federal Reserve, il primo taglio in un meeting non programmato dal 2008, e con l’adozione di misure analoghe da parte delle banche centrali australiana e canadese. Se, da un lato, i tagli dei tassi dovrebbero fornire un qualche sostegno ai mercati azionari, dall’altro non saranno di grande aiuto per combattere il calo dell’attività economica, soprattutto in alcuni settori dei servizi – ad esempio viaggi e tempo libero – che tendenzialmente risentono più dei livelli di attività che non del costo degli interessi. Riteniamo che siano necessarie misure fiscali per aiutare le aziende a gestire i costi durante la chiusura dei siti produttivi, in modo da evitare impatti secondari quali i licenziamenti. Inoltre, le dimensioni e la qualità delle aziende saranno fattori determinanti per valutarne la capacità di resistenza alle avversità del momento. Siamo anche convinti che le società con rating più elevato dovrebbero avere più facilità a reperire finanziamenti sul mercato del debito quando il mercato primario si riprenderà, mentre le aziende con più basso merito creditizio potrebbero avere maggiori difficoltà”. E’ quanto si legge nel Bond Bulletin settimanale a cura dal team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management. Di seguito l’analisi degli esperti alla luce dell’andamento dei mercati condizionato dall’emergenza coronavirus.

Valutazioni quantitative

Nonostante le aspettative sugli utili siano state riviste al ribasso, dall’inizo dell’anno le società Investment Grade statunitensi hanno comunque reso il 4,23%. Tuttavia, con l’ampliamento degli spread di 31 punti base, tale risultato è interamente ascrivibile alla duration in quanto il rendimento del Treasury decennale di riferimento è calato dall’1,92% al minimo storico dello 0,95%. L’andamento è stato meno brillante per le società con rating più basso: da inizio anno il segmento High Yield statunitense ha conseguito un rendimento di -0,50%.

Lo stock di debito a rendimento negativo sta nuovamente crescendo, soprattutto per gli investitori in euro e yen, mentre al momento le valutazioni del credito statunitense con copertura valutaria sembrano relativamente convenienti. Tuttavia, va sottolineato che gli spread creditizi rappresentano una quota maggiore del rendimento totale (+2,38%) offerto dalle società statunitensi Investment Grade (la componente di spread pesa ora il 54% contro 34% all’inizio dell’anno). Di conseguenza, essendosi ridotto il contributo potenziale della duration, per i rendimenti futuri gli investitori dovranno fare maggiore affidamento sul restringimento degli spread (dati al 3 marzo 2020).

Fattori tecnici

La domanda di attivi di elevata qualità con duration continua a essere sostenuta: nella settimana terminata il 28 febbraio gli afflussi nei fondi a rating elevato hanno raggiunto 5,6 miliardi di dollari. Riteniamo che questa dinamica positiva proseguirà poiché il taglio dei tassi da parte della Fed e le aspettative del mercato di ulteriori manovre espansive hanno fatto abbassare i costi delle coperture rendendo il credito statunitense più interessante agli occhi degli investitori esteri. Risentendo della recente volatilità, il mercato primario è rimasto sostanzialmente inattivo, ma è cresciuto il numero delle operazioni in coda delle società Investment Grade. Quando cominceranno a essere fissati i prezzi delle emissioni sarà possibile valutare l’interesse degli investitori.

Cosa significa per gli investitori obbligazionari?

Finora, la duration di alta qualità ha dato i risultati che ci aspetteremmo in un periodo caratterizzato dalla fuga verso porti sicuri. Dobbiamo, piuttosto, chiederci se questa dinamica proseguirà o se il credito di elevata qualità comincerà a esibire andamenti simili agli attivi più rischiosi visto che ora una maggiore componente del suo rendimento proviene dagli spread creditizi. Ciò dipenderà dal grado di deterioramento dell’attività economica e dalla capacità delle politiche fiscali di arginare almeno in parte le avversità congiunturali, gettando le basi per una ripresa rapida ed efficace. Pensiamo che oggi più che mai sia importante che gli investitori puntino su società con fondamentali solidi, in grado di superare una crisi economica e di crescere nella successiva fase di recupero.

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