Bce sull’orlo dell’esaurimento, “ha fatto quello che poteva”
“L’obiettivo principale – aggiunge l’esperto – deve essere quello di evitare le inadempienze, aiutando sia le aziende che i consumatori a superare la situazione attuale. Altri 120 miliardi di euro di quantitative easing potrebbero aiutare i mercati obbligazionari degli Stati periferici, sebbene sembri che i titoli di Stato italiani non abbiano ricevuto il promemoria. Inoltre pare difficile prevedere con quale rapidità gli acquisti di asset si tramuteranno in prestiti alle imprese in un mercato del credito che funziona a malapena”.
Aggiunge Blackbourn: “In passato i governi dell’Eurozona hanno ignorato le richieste di riforme strutturali della Bce, ma forse questa volta ascolteranno la richiesta di ricorrere a stimoli fiscali. Tuttavia, i segnali di un approccio coordinato tra la Bce e i principali governi dell’Eurozona sono stati davvero pochi. I mercati sembrano intenzionati a forzare una risposta mentre continuano a registrare cali. Non bastano le indicazioni che la Germania possa abbandonare la sua posizione di bilancio, attualmente in pareggio; i mercati vogliono un’azione decisa e la vogliono ora. Dal 2011 si teme la frattura del potere all’interno della zona euro e sono proprio le situazioni di crisi come questa quelle che gli investitori temono. Analogamente alla situazione politica degli Stati Uniti, i mercati possono solo sperare che, con l’aggravarsi della crisi, i politici saranno costretti a superare le loro divergenze e a trovare un modo per presentare una risposta unitaria”.
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