Fra small, mid e large, chi soffre di più in Usa per l’epidemia Covid-19?

A cura di Morningstar

Negli Usa small e mid cap sono i segmenti che stanno pagando di più la paura del coronavirus, anche se tutto l’equity americano non sembra aver preso bene le notizie che arrivano sugli sviluppi dell’epidemia in giro per il mondo ed entro i confini domestici.

L’indice Morningstar US Market in un mese (fino al 10 marzo 2019 e in euro) ha perso il 17,5% (-14,30 in dollari) portando a -11,9% la performance da inizio anno (+33,64% nel 2019).

Indice Morningstar US Market da inizio anno
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Dati in euro aggiornati al 10 marzo 2020
Fonte: Morningstar Direct

La paura è legata al prezzo che gli Usa potrebbero pagare se si dovessero trovare a fare i conti con una vera emergenza. Secondo uno studio del 2005 dello U.S. Department of Health and Human Services, i costi sanitari di epidemie considerate moderate come quelle degli anni ‘50 (influenza asiatica, costata la vita allo 0,07% della popolazione Usa) e degli anni ‘60 (influenza di Hong Kong, 0,05% della popolazione) si sono aggirati intorno ai 180 miliardi di dollari.

In base ai calcoli del Congressional Budget Office un’epidemia oggi potrebbe mangiarsi il 4% del Pil del paese nel caso di una situazione severe (come la Spagnola del 1918 che ha ucciso quasi lo 0,7% della popolazione Usa) o l’1% se il quadro fosse moderato.

Nella tabella sotto sono indicati i tassi di mortalità a livello globale e in Usa delle influenze stagionali, di quelle pandemiche e di quelle legate ai casi di Coronavirus (Mers e Sars). Sono incluse le stime Morningstar per gli effetti del Covid-19.

corona

Deboli soprattutto small e mid cap

La preoccupazione per quelli che potrebbero essere gli impatti dell’epidemia sull’economia americana è visibile anche dall’andamento delle diverse categorie Morningstar in cui sono raccolti i fondi che investono nell’equity Usa. Da inizio anno viaggiano tutte in territorio negativo (vedi tabella sotto).

Andamento categorie Morningstar equity Usa
categUsa

A soffrire di più sono i segmenti dedicati agli strumenti che investono nell’equity delle small e mid cap Usa. In altre parole, sulle azioni di quelle aziende i cui bilanci sono più legati al business interno. L’analisi revenue exposure fatta sugli indici Morningstar Small e Mid cap Usa  (che misura l’esposizione ai singoli paesi e macro-regioni di ogni titolo e somma i valori di ciascuno in modo da ottenere il dato complessivo relativo al paniere) dice che le piccole aziende americane traggono più dell’80% dei ricavi dalle vendite domestiche (dato al 31 gennaio 2020). Per le società di medie dimensioni è il 71,9%.

Va sottolineato che le categorie dedicate alle large cap, più legate agli sviluppi di quello che succede nel resto del mondo sul fronte Covid-19 non se la passano comunque bene.

Nell’universo dedicato alle grandi aziende si conferma la maggiore debolezza delle strategie Value rispetto alle Growth e alle Blend. Negli ultimi cinque anni i fondi dedicati ai titoli Usa di valore hanno guadagnato (mediamente e in euro) l’1,7% (annualizzato) contro il +7,8% degli strumenti che si concentrano sulla crescita e il +5% di quelli che adottano un approccio misto fra i due.

Cresce la preoccupazione

Come stanno reagendo, intanto gli Stati Uniti? Di sicuro la preoccupazione monta, come ha dimostrato la Federal Reserve nell’ultima riunione (3 marzo) in cui ha deciso di tagliare a sopresa i tassi di interesse di mezzo punto portandoli nella forchetta compresa fra l’1% e l’1,25%. Per la Banca centrale statunitense, “il Coronavirus pone dei rischi all’attività economica”. La Fed ha anche detto che “monitorerà da vicino” l’impatto dell’epidemia, ma ha sottolineato che “i fondamentali dell’economia statunitense rimangono forti”.

Nel frattempo negli Usa l’epidemia si estende rendendo difficile, fra le altre cose, prevedere quali saranno gli sviluppi economomici sul paese, soprattutto in relazione alle misure che saranno prese per contrastarla. Le autorità sanitarie americane hanno confermato (al 10 marzo) 31 morti per Covid-19, mentre i dati della Johns Hopkins University parlano di 1.025 casi accertati con nuovi contagi in Florida e Michigan. La situazione più preoccupante è nello Stato di Washington (279 casi), seguito dalla California (178) e da New York (173). “Teoricamente potremmo avere maggiori informazioni sui tassi di fatalità e metterli in relazione agli effetti economici di lungo periodo che si potrebbero avere se venissero prese misure di contrasto come la chiusura delle scuole, degli uffici pubblici e il blocco dei trasporti”, spiega Karen Andersen, strategist di Morningstar. “Ma in realtà la malattia si espandendo rapidamente e non lascia tempo per un’analisi approfondita”.

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