E’ il dollaro il vero rifugio

A cura di di Ipek Ozkardeskaya, Senior Analyst di Swissquote Bank

Prosegue la discesa delle Borse globali man mano che i decessi da coronavirus aumentano portando sempre maggiori limitazioni ai viaggi e chiusure ovunque. Sembra che i giganteschi supporti monetari e fiscali mobilizzati da banche centrali e governi non riescano a migliorare il sentiment degli investitori se non vi sarà un picco dei casi. Emirates è l’ultima compagnia aerea ad aver fermato la flotta, la maggiorparte delle capitali europee sono già divenute città fantasma con le aree pubbliche chiuse per delimitare il contagio.

E’ ormai chiaro che non c’è via di fuga da una pesante recessione: i mercati asiatici hanno registrato perdite consistenti questa mattina così come stanno facendo i futures americani mentre ulteriori limitazioni al trading sono ormai uno scenario cui si è fatta l’abitudine.

I produttori di automotive tedeschi potrebbero essere messi nelle condizioni di dover produrre materiale medico su larga scala, le Olimpiadi (che quest’anno si sarebbero dovute tenere a Tokio) saranno molto probabilmente posticipate per la prima volta dal diciannovesimo secolo e la decisione finale sarà presa nelle prossime settimane.

Già a partire da questa ottava, i dati sui Pmi in uscita ci dovrebbero fornire un primo bilancio sul “pedaggio economico” in corso a seguito della serrata generalizzata di tutte le attività in Europa dallo scoppio dell’epidemia. E’ probabile che sui dati si assista al peggior calo settimanale di sempre sia per quanto riguarda il settore manifatturiero che quello dei servizi, entrambi previsti in un’area inferiore a 40 in tutta l’Eurozona. Numeri ancora peggiori del previsto potrebbero anche accelerare le vendite causate dal panico su tutti i mercati.

Quello che stiamo notando è che gli investitori stanno liquidando tutte le loro posizioni in azioni, obbligazioni, valute e materie prime per comprare dollari americani, che in questo momento rappresentano l’unico asset in grado di offrire un rifugio credibile, dal momento che oro, yen e franco svizzero sono già stati tutti strizzati dal sell-off globale. Tuttavia, per coloro che hanno mantenuto sangue freddo e fondi a sufficienza, i titoli governativi americani potrebbero risultare interessanti, seppur anche questa asset class risulti soggetta agli alti e bassi di questo periodo.

Sul fronte valutario, l’euro/dollaro estende le sue perdite sia a causa degli enormi flussi che si stanno riversando sul biglietto verde che delle previsioni catastrofiche sui dati di cui sopra che potrebbero far scivolare la moneta unica verso 1,05.

La sterlina si sta leccando le sue ferite a seguito di una settimana devastante che nei confronti del dollaro Usa ha riportato la divisa di Sua Maestà su livelli abbandonati nel 1985: in questo caso l’ipervenduto è stato tale da immaginare un ulteriore correzione verso 1,20.

L’oro ha invece perso la sua crrelazione negativa con gli asset più rischiosi, lasciando gli investitori scoperti soprattutto nel momento in cui maggiormente avevano bisogno di uno scudo. Il petrolio Wti tiene duro vicino a 20 dollari a barile in quanto l’offerta globale potrebbe subire una seria minaccia al di sotto di questo livello.

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