Tra Unipol e UnipolSai meglio puntare sulla capogruppo

La mossa del cavallo del gruppo Unipol, che conferma la distribuzione di un dividendo da parte di UnipolSai (16 centesimi per azione, il 10% in più dei 14,5 centesimi distribuiti nel 2019, per complessivi 453 milioni) mentre rinvia la distribuzione di quello di Unipol gruppo finanziario (finora previsto pari a 28 centesimi, per complessivi 200 milioni) per venire incontro alle richieste dell’Ivass muove i titoli in borsa, con la controllata salita di oltre il 3% dopo i primi scambi prima di rallentare il passo e la controllante in calo del 3,5%.

Il confronto tra Unipol e UnipolSai

Il divario sui 12 mesi tra i due titoli è ancora più accentuato: mentre UnipolSai perdeva a ieri sera poco più del 9%, Unipol gruppo finanziario era già in rosso di oltre il 30,5%. Ai prezzi attuali UnipolSai rende in termini di dividendi il 7% abbondante, a fronte di un prezzo pari a circa 9 volte gli utili correnti; la capogruppo renderebbe (se il dividendo di 28 centesimi verrà effettivamente distribuito entro l’anno) circa il 9% in termini di dividendo e attualmente prezza circa 4,5 volte gli utili correnti, con un Solvency II ratio salito, quanto meno pro-tempore, al 187%.

Alla luce di tali indicatori, potrebbe essere interessante sfruttare il prevedibile riallineamento futuro delle quotazioni dei due titoli, con una strategia di riposizionamento che preveda l’uscita da UnipolSai e l’ingresso in Unipol gruppo finanziario. Chi non avesse i titoli in portafoglio potrebbe comunque provare a puntare su Unipol gruppo finanziario sfruttando giornate di debolezza come l’attuale, tenendo presente che sinché le quotazioni si manterranno sopra i 2,95 euro per azione il titolo apparirà inserito in un trend fortemente rialzista di brevissimo periodo, neutro a breve-medio termine.

Il quadro tecnico di Unipol

La seduta odierna potrebbe essere importante per testare la tenuta di siffatta strategia rialzista, visto che l’analisi tecnica indica i supporti più immediati al di sotto dei 2,9 euro ovvero a 2,86 euro prima e a 2,76 euro poi. Se il titolo chiudesse attorno o sotto tali livelli potrebbero dunque scattare stop loss che metterebbero nuovamente in forse il proseguimento del tentativo di rimbalzo di brevissimo termine (che per ora non ha consentito che un modesto recupero di mezzo punto nelle ultime 5 sedute, a fronte di un crollo delle quotazioni del 39% circa da inizio anno).

Se invece i supporti tenessero o meglio ancora il titolo rimanesse a ridosso o sopra i 3 euro per azione si potrebbe sperare in un primo ritorno sui 3,35 e poi sui 3,50 euro, dove transitano le più immediate resistenze di brevissimo periodo. Nelle due sedute il titolo ha oscillato tra 3,114 e 3,194 disegnando poi una figura di “inside” che conferma la fase di congestione in corso e al tempo stesso ne rende probabile una prossima uscita in una delle due direzioni.

Anche gli indicatori Stocastico e di forza relativa (Rsi) non forniscono indicazioni precise, mentre i volumi, in calo, concorrono a rafforzare la sensazione che la fase di incertezza possa essere giunta quasi alla fine, anche se l’esito resta incerto. Nel complesso il quadro resta dunque aleatorio per quanto con interessanti spunti positivi, tanto che l’operatività può essere consigliata solo in ottica di trading per gli investitori maggiormente avvezzi al rischio. Per tutti gli altri si può continuare a monitorare il titolo in attesa che il quadro tecnico (e le prospettive economico-finanziarie: Unipol ha segnalato di aver sfruttato la debolezza di questi giorni per costituire una posizione di circa l’1,96% in Mediobanca) fornisca indicazioni più chiare.

Il trend di Unipol a Piazza Affari – Grafico su base settimanale

A cura di Luca Spoldi, Cefa, 6 In Rete Consulting Ceo (www.6inrete.it)

 

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