Eurogruppo, tutti contro l’Olanda?

Da tempo immemore si conoscono le differenze tra le intenzioni dei paesi del Nord Europa e quelli del Sud Europa. Nel meeting dell’Eurogruppo le distanze fra le necessità dei diversi Stati sono diventate ancora più evidenti. La trasparenza del ministro delle finanze olandese William Hoekstra sulla scelta di bloccare con ogni mezzo la possibilità di introdurre gli Eurobond e acconsentire a un leggero alleggerimento delle condizioni relative alle linee di credito del MES ha mostrato un capro espiatorio da incolpare per la mancanza di misure di solidarietà europea. Ma anche il ministro italiano Gualtieri ha mantenuto imperterrito il proprio posizionamento con la richiesta dei Coronabond e un atteggiamento fortemente contrario alle condizioni del MES.

Riteniamo che si troverà un accordo nelle tre proposte già discusse da settimane ovvero:

  1. Linee di credito MES con scarsa condizionalità;
  2. Rafforzamento della Banca Europea per gli Investimenti attraverso un fondo in grado di mettere garanzie per i prestiti alle imprese;
  3. Programma SURE per garantire cassa integrazione e salvaguardare posti di lavoro.

Per quanto riguarda il primo punto sembrerebbe che solamente l’Olanda fosse contraria a un cambiamento delle condizioni per richiedere prestiti al MES con Hoekstra che avrebbe insistito sull’inserire delle clausole temporali.  Ma non crediamo che sia solo l’Olanda da biasimare. La virtuosa Olanda ha la fascia da capitano in questa disputa ma non è leader dei paesi nordici. Dietro di lei è abbastanza chiaro che sia presente la Germania. Le proprie autorità politiche dal ministro dell’economia Peter Altmeir al presidente della Baviera e capo del CSU Markus Soder hanno respinto fortemente l’idea degli Eurobond. E nonostante il recente editoriale sul Der Spiegel in favore dei Coronabond (e anche il progetto di Maas-Scholz) sembra che l’opinione pubblica tedesca non sia a favore di alcuna forma di mutualizzazione del debito.

Siamo quindi tutti contro l’Olanda e pure la Germania?

No, perché le loro scelte non sono solamente economiche ma anche politico-sociali. In questo momento la narrativa populista nei paesi del Nord Europa li induce a ritenere che non sia corretto condividere i debiti con paesi già in difficoltà dopo lunghe politiche economiche di rigore. Tale narrativa si scontra con gli slogan dei movimenti anti-UE del Sud Europa che vorrebbero una erogazione a fondo perduto da parte delle istituzioni europee (soprattutto della BCE). Interpretiamo in questo senso le parole di Hoekstra “l’emissione di eurobond causerebbe più problemi che soluzioni per l’Unione Europea”.

Quale possibile soluzione per uscire dallo stallo?

Riteniamo che una soluzione simile a quella proposta dalla Francia (e da altri membri della Commissione Europea) sull’istituzione di un fondo europeo di Solidarietà, di durata temporanea, con la possibilità di emettere Recovery Bond a lunga scadenza, finanziato da altre entrate (tassa solidale, donazioni, aumento IVA a livello europeo su alcuni beni) possa essere “accettata” nei vari paesi dell’Unione con una comunicazione che ne dovrà sottolineare i caratteri straordinari (breve durata e solamente per rimediare ai danni causati da una crisi economica provocata da uno shock esogeno non di natura finanziaria).

Scenari

Crediamo che in caso di approvazione solamente delle tre proposte menzionate in precedenza (MES,BEI e SURE) l’Eurogruppo sarebbe da considerarsi un fallimento e ciò potrebbe causare nuove ondate di pessimismo sui mercati soprattutto sull’obbligazionario con una BCE sempre più sotto pressione a comprare titoli di stato dei paesi a elevato debito. Potremmo assistere anche a un ritorno delle spread verso i 250 punti base nonostante lo scudo dell’istituto di Francoforte. Tali soluzioni lascerebbero inoltre aperta una spaccatura profonda all’interno dell’Unione Europea e potrebbero non essere sufficienti a garantire la ripresa economica dei paesi in difficoltà.

Discorso diverso invece se a tali proposte venisse approvata una misura eccezionale e straordinaria in grado di creare un potente scudo fiscale oltre a quello monetario creato dalla BCE.

A cura di Filippo Diodovich, senior strategist di IG Italia

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