La ripresa della domanda privata e quella dell’occupazione sono condizioni necessarie perché i governi possano iniziare a ritirare le politiche a sostegno delle loro economie, anche se la tempistica giusta dipende da condizioni specifiche in ogni paese, ha detto Strauss-Kahn. Per l’Europa infatti l’anno appena iniziato sarà veramente difficile, in quanto si troverà a pagare un conto dello crisi fino a ora rimandato: gli interessi sul debito pubblico. I governi del Vecchio Continente temono di dover affrontare anche la ripresa dell’inflazione e dei tassi di interesse i cui bassi livelli hanno contenuto finora i costi dell’indebitamento. Si stima una crescita dei rendimenti dei titoli governativi, a causa della combinazione di exit strategy.
Marek Belka, a capo del dipartimento europeo del Fmi, l’economia del continente non poggia ancora su basi solide. Il fondo prevedeva in ottobre una ripresa della crescita mondiale nel 2010 con un’espansione di 3,1%.
Per quanto riguarda invece i paesi emergenti la ripresa sembra più forte. La ripresa in Asia è più forte e più rapida rispetto alle stime di settembre del Fondo monetario internazionale. Cosi’ Strauss-Kahn.Il direttore generale dell’Fmi ha detto che Cina, India, Indonesia, Thailandia e altri Paesi asiatici ‘si stanno avvicinando agli stessi livelli di crescita pre-crisi’. ‘La ripresa – aggiunge – è ancora molto fragile’, ma ‘i segnali positivi ci sono’.