In Italia pandemia fa rima con burocrazia. I nuovi bond corporate e governativi

La grave situazione che stiamo passando evidenzia ancora una volta come, nel nostro Paese, il vero condottiero al comando è uno solo e si chiama “burocrazia”. Già ci complicava le cose in tempi normali e ora che i tempi sono tutt’altro che normali è un virus peggiore del Covid 19.

Siamo infatti passati in un mese a richiedere cinque autocertificazioni differenti, senza capirne il motivo. Decreti fantasma che escono giorni dopo, pagine e pagine incomprensibili per approntare qualsiasi pratica di richiesta. A pochi passi dal nostro confine, a un imprenditore bastava compilare un foglio solo, indicando il conto corrente e il riferimento all’attività per ricevere nelle 24 ore successive il 10% del fatturato dell’anno precedente, con tasso agevolato e possibilità di restituzione in cinque anni.

Troppo semplice forse, ma da noi si devono assoldare i migliori commercialisti per calcolare il 90% della garanzia, che la banca ti deve poi dare tramite un appuntamento con lo sportello chiuso in molte filiali e che poi Sace deve valutare per poi rimandare alla banca, e intanto l’Inps pagherà i 600 euro.

Fine della storia, che purtroppo è anche quella dell’Europa a livello politico. Si aspetta la riunione del 23 aprile, ci saranno gli Eurobond, gli aiuti del Mes o di quale altra sigla. Bene, negli Stati Uniti il governo e la Fed decidono ed intervengono, bene o male che sia, ma decidono seduta stante le misure ritenute immediatamente necessarie per il sostegno economico.

La reazione del mercato

Nell’incertezza generale i mercati cercano di anticipare le prossime mosse sulla ripresa delle attività, sperando di aver già scontato i numeri negativi attuali e prossimi, nella forte correzione tra fine febbraio ed i primi di aprile. In realtà ci sono sempre situazioni di volatilità molto elevata e bastano poche notizie dalla lettura incerta per creare delle oscillazioni intra giornaliere marcate, come è successo mercoledi 15 aprile con Piazza Affari a -4.5% e lo spread del Btp decennale a quota 240 punti sul Bund tedesco. Ad alimentare lo spread, oltre alla negatività generale, hanno contribuito i dissidi interni alla maggioranza sulla questione Mes, le voci che si alimentano sempre più di una debolezza dell’attuale presidente del consiglio in seno alla maggioranza, di un possibile governo della ricostruzione post emergenza, con i nomi che circolano da Draghi prima fino all’ultimo rumor sul commissario appena eletto Colao.

Le nuove emissioni di bond governativi

Ci sono anche dei fattori tecnici a pesare sui bond governativi, oltre all’incertezza per i negoziati in ambito Ue, vi è stata la revisione delle linee guida del Tesoro e l’abbondanza di nuova carta offerta in settimana, con la Grecia, ultima in ordine di tempo, che ha lanciato un nuovo sette anni sindacato da due miliardi di euro con ordini per quasi 6 miliardi. Il titolo ha cedola del 2% con taglio da mille euro con multipli di mille e codice Isin GR0118020685.

Sul primario si sono attivate anche la Francia, che ha offerto fino a 10 miliardi di euro in titoli a medio termine e ulteriori 1,25 miliardi in indicizzati, e la Spagna, che ha messo a disposizione degli investitori Bonos per 6,5 miliardi.

Nelle aste BTP rendimenti in rialzo, con il Btp scadenza 2023 collocato con un rendimento allo 0.86% in salita rispetto allo 0.74% del collocamento precedente; Btp a sette anni il cui rendimento si è impennato all’1.37% dallo 0.92% del collocamento di marzo; Btp a 15 anni il cui rendimento è stato fissato al 2.06% e Btp 2044 il cui rendimento è stato fissato al 2.06%.

Il Tesoro prepara poi il lancio nei prossimi otto mesi dell’anno di un nuovo BTP Italia e studia un altro bond per aggiustare i conti dello Stato in questa situazione di crisi ed incertezza sugli interventi europei.

Cassa Depositi e Prestiti ha riaperto il mercato degli emittenti italiani assenti dallo scoppio della pandemia, ma soprattutto è il primo emittente italiano e una delle prime entità europee non sovranazionali ad avere collocato un Bond legato al Covid-19. La società è riuscita nell’intento di collocare l’intero ammontare pari a un miliardo di euro raccogliendo richieste per 1.9 miliardi di euro. Si è scelto di emettere due tranche, entrambe da 500 milioni di euro. La guidance per la tranche a tre anni si attestava in area 40 punti base oltre il tasso del Btp gennaio 2023 (da 45 punti base in fase iniziale) mentre per la tranche a sette anni la guidance di prezzo è stata a 45 punti base oltre il tasso del Btp di riferimento (rispetto ai 50 punti base in fase iniziale). Il bond a tre anni (Isin IT0005408080) paga una cedola fissa dell’1.50% e prezzo di emissione 99.869, il bond a sette anni (IT0005408098) paga una cedola fissa del 2% e prezzo 99.477. Rating assegnato a CDP è BBB+ e lotto minimo 100mila euro con multipli di mille, indirizzato a clienti professionali, lasciando aperta la porta a prossime emissioni per il retail.

Tra le agenzie sovranazionali, la tedesca KFW ha riaperto per un miliardo di euro il suo vecchio bond 0% 4 luglio 2024. Il titolo è stato collocato al prezzo di 100.985, 1 punto base sopra la curva midswap, offrendo un rendimento a scadenza negativo di -0.233%. Lotto minimo di negoziazione mille euro con multipli di mille. Il totale dell’emissione in circolazione è di sei miliardi di euro.

Le nuove emissioni di obbligazioni corporate

Sempre rilevante l’operatività sui corporate, che in questa fase temporale di crisi, necessitano di finanziamenti per mantenere e poi rilanciare il business.

La compagnia finanziaria Givaudan Finance Europe ha collocato un’obbligazione senior in euro suddivisa in due tranche, ciascuna dell’ammontare di 500 milioni di euro. Nel dettaglio: la prima tranche con scadenza 22 aprile 2027 e price guidance iniziale di 185 punti base sulla curva midswap, la seconda tranche con scadenza 22 aprile 2032 e price guidance iniziale di 235 punti base sulla curva midswap.

Gli ordini degli investitori hanno raggiunto 7.2 miliardi per la tranche a sette anni e nove miliardi per la tranche a 12 anni ed hanno permesso all’emittente di ridurre il rendimento: la tranche a tre anni (Isin XS2126169742) è uscita con cedola del 1% al prezzo di 99.53, la tranche a 12 anni (XS2126170161) ha cedola del 1.625% e prezzo d’emissione 99.751. Rating dell’obbligazione A- e lotto minimo di negoziazione 100mila euro con multipli di mille.

I nomi francesi sono molto attivi da due settimane, La Poste ha fatto un doppio deal a 6.5 e 12 anni, nello specifico la tranche più breve per 650 milioni con scadenza 2026 ha cedola del 0.625%, prezzo d’emissione a 99.355 e Isin FR0013508686; la tranche a 12 anni ha cedola dell’1.375% per un importo di 1.150 miliardi con prezzo d’emissione a 99,78 Isin FR0013508694. Rating del titolo A+ e taglio minimo da 100mila euro con multipli di 100mila.

Le due banche Bnp e Credit Agricole hanno emesso rispettivamente 1.250 miliardi con scadenza nel 2029 e cedola del 1.125%. Il rating di Bnp è Baa1/A-/A+ con taglio minimo da 100mila euro con multipli di 100mila e Isin FR0013508710. Per Credit Agricole, rating A-/A+, la scadenza è 2016 con call dal 2025, per un totale di 1.5 miliardi che hanno ricevuto richieste più che triple. La cedola fissata all’1% con Isin FR0013508512.

Grande successo per la compagnia telefonica australiana Telstra che ha emesso 500 milioni di euro, ricevendo richieste dieci volte superiori, scendendo così da una guidance iniziale di ms+175 ad un finale di ms+115. Il titolo decennale offerto al prezzo di 99.274 esprime un rendimento dell’1.077% con cedola del 1%. Rating dell’emittente A2/A- e Isin XS2160857798 con taglio 100 euro con multipli di mille.

Exxon Mobil ha emesso obbligazioni per un totale di 9.4 miliardi di dollari e relativamente a scadenze che vanno da un minimo di tre a un massimo di 31 anni. Nel dettaglio, la data più vicina è quella che prevede il rimborso in aprile 2023 e che ha ottenuto un rendimento dell’1,571%. La scadenza più lunga, invece, offre un rendimento annuo del 3,452. All’emittente è stato assegnato il i rating Aa1/AA.

Le emissioni in dollari sotto la lente

Triplo deal in dollari della compagnia petrolifera statale malese Petronas, il primo con scadenza 2030 per 2.25 miliardi, cedola del 3.5% ed Isin USY68856AT38; il secondo per 2.75 miliardi, con scadenza 2050, cedola del 4.55% ed Isin USY68856AV83; il terzo al 2060 per 1 miliardo con cedola del 4.8% ed Isin USY68856AW66. Tutti i titoli hanno taglio minimo da 200mila con multipli di mille ed il rating della società è A2/A-.

L’Indonesia ha emesso un “pandemic bond” a scadenza 10.5, 30.5 e 50 anni in dollari per 4.3 miliardi e finalizzati a combattere il Coronavirus. Elevata la domanda, pari a 10,9 miliardi, grazie al forte interesse dimostrato dagli investitori di Singapore e Francoforte. Nel dettaglio, sono stati collocati sul mercato titoli con scadenza 15 ottobre 2030 per 1,65 miliardi al rendimento del 3,9%, con scadenza 15 ottobre 2050 per altri 1,65 miliardi al 4,25% e, infine, con scadenza 15 aprile 2070 per il restante 1 miliardo e con rendimento del 4,45%. E quest’ultimo è stato il primo bond di così lunga durata ad essere mai stato emesso in Asia (Isin US455780CU87). Ha riscosso l’appetito del mercato, se è vero che è stato collocato con un rendimento inferiore al decennale emesso in dollari dalla stessa Indonesia nel 2018 al 4,78%. Rating del debito sovrano indonesiano BBB, tutte e tre le emissioni hanno taglio da 200mila dollari con multipli di mille.

In collocamneto in dollari un multitranche del Perù che sarà prezzato nei prossimi giorni.

A cura di Carlo Aloisio, senior broker

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