Nuovo attacco del presidente Usa Barack Obama al sistema bancario. Dopo la sconfitta elettorale al Senato, il presidente torna alla carica di Wall Street nel tentativo di tamponare la rabbia dell’opinione pubblica contro gli eccessi della finanza, proponendo l’introduzione di limiti stringenti all’assunzione di rischi d’investimento da parte della banche. La manovra si richiama ai vincoli introdotti alla fine degli anni ’20 durante la Grande Depressione, e le misure saranno incluse nel programma di revisione del sistema regolatore finanziario.
In particolare il provvedimento si rivolge a quelle società che scommettono sui mercati di propria iniziativa senza seguire le indicazioni dei clienti, comportamento condannato dal governo Usa in quanto le avventate scommesse eseguite sul mercato immobiliare americano nel 2008 hanno portato a pesantissime perdite, spingendo il sistema vicino alla distruzione. Per arginare questa recessione i contribuenti hanno dovuto sborsare ben 700 milioni di dollari per salvare gli stessi istituti che l’hanno provocata.
Il piano richiederà naturalmente l’approvazione del Congresso e intanto si sta già lavorando all’elaborazione di misure che, in alcuni casi, ricordano le riforme finanziarie del post-Grande Depressione. Proposte aggressive giungono anche dall’opposizione, per esempio dall’ex candidato alla presidenza John McCain, appoggiato dalla senatrice democratica Maria Cantwell, che vorrebbe reintrodurre i limiti della Glass-Steagall, legge degli anni ’30 che proibiva alle banche di sconfinare nel ramo degli investimenti e delle assicurazioni.
Iil presidente parlerà oggi, alle 17,40 italiane, concluso il suo incontro con Paul Volcker, suo consulente nonché ex presidente della Fed.
Obama è cosciente del fatto che la sconfitta del candidato democratico nel Massachusetts altro non sia che il riflesso della rabbia pubblica per il salvataggio dei banchieri, mentre il tasso di disoccupazione è a doppia cifra. Tuttavia il presidente ha già annunciato un piano di tassazione che prenderà alle banche fino a 117 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni, per recuperare i fondi versati dai contribuenti con le misure anticrisi concesse dal suo predecessore, l’ex presidente George W. Bush.