Le tre fasi del debito: che cosa ci aspetta dopo il coronavirus

A cura di Alessandro Tentori, Cio di Axa IM Italia

Quando un’economia è in fase di espansione e tutti gli analisti producono previsioni rosee per il futuro, la fiducia degli imprenditori è alle stelle. Il sistema bancario vuole partecipare alla festa e rivede al ribasso gli standard di credito, facilitando l’indebitamento delle imprese. Questo circolo virtuoso continua finché non subentra la recessione, evento infrequente, ma dagli effetti negativi specialmente per coloro che hanno fatto uso di una leva finanziaria durante il periodo “di bel tempo”.

Gli studi sulle dinamiche economiche e sul ciclo degli investimenti prendono spunto dal pensiero di John M. Keynes; studi che vennero rivisti in chiave moderna con palese riferimento al ciclo del debito da Hyman Minsky. In poche parole la cosiddetta tesi dell’Instabilità Finanziaria ci racconta come le lunghe fasi di ottimismo comportino un aumento del debito sproporzionato al Pil e come a un certo punto anche una normale crisi di cash flow localizzata a una azienda o un settore, possa tramutarsi in una recessione su larga scala. Non è necessario uno shock esogeno, l’economia segue le sue dinamiche interne.

Lo studio di queste dinamiche ci aiuta a comprendere la risposta veemente di politica monetaria attuata non solo dalla Bce, ma anche dalla Federal Reserve e dalla BoJ. Ma facciamo un passo indietro. Minsky ipotizza tre fasi distinte del ciclo del credito.
1. Hedge Finance: il livello di indebitamento è proporzionale al Pil. I debitori possono comodamente dedicare una parte del loro cash flow non solo al servizio delle cedole, ma anche al ripagamento in toto del debito contratto.
2. Speculative Finance: il livello del debito sale ben oltre quello del Pil, grazie a un lungo periodo di prosperità economica e ottimismo dilagante. I debitori possono ripagare le cedole con il loro cash flow, ma sono costretti e rifinanziare il debito in scadenza. La fiducia degli investitori comincia a essere un fattore chiave.
3. Ponzi Finance: il debito ha raggiunto livelli insostenibili rispetto al Pil. Il cash flow non basta né a pagare gli interessi, né tantomeno a ripagare il debito. Il sistema si regge esclusivamente su un costante e inesorabile rialzo dei prezzi, nonché su enormi volumi di scambio che non fanno altro che nascondere il problema di fondo.

Siamo quindi giunti alla fine di questa storia, quasi si trattasse di una fiaba di Esopo. Gli esempi di Ponzi Finance abbondano, sia nell’economia puramente finanziaria che in quella reale (ad esempio la crisi subprime). Ovviamente non concludo senza un commento sulla situazione attuale. Il debito globale ha raggiunto il 325% del Pil nel 2019, il livello più alto nella storia. Ovviamente, si tratta di diverse tipologie di debito, pubblico, privato, banche, economia reale eccetera. Lo shock esogeno da Covid insieme alla enorme leva finanziaria globale spiegano in parte le contromisure adottate dai governi. Da un lato le misure di politica fiscale vanno a stabilizzare il cash flow, mentre quelle di politica monetaria spostano il rischio di leva dal bilancio privato a quello pubblico (i.e. la banca centrale). In questo contesto è immaginabile un ulteriore aumento della share statale nel Pil dei singoli paesi.

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