Bce, nel 2010 più tasse e disoccupazione

La Banca Centrale Europea lancia l’allarme sulla disoccupazione nel suo Bollettino di gennaio, che prevede un incremento del numero di disoccupati nel corso del 2010.
“L’espansione dell’economia in Eurolandia avrà un ritmo moderato”, spiega il documento, “e il processo di recupero risulterà probabilmente discontinuo”, questo anche a causa dei fattori di “carattere temporaneo” a sostegno della crescita che rendono “le prospettive soggette ad incertezza”.
Secondo la Bce nel 2010 “è probabile che l’attività sia frenata per un certo periodo dal processo di aggiustamento dei bilanci in corso nei settori finanziario e non finanziario, sia all’interno che all’esterno dell’area euro”, questo rappresenterebbe un rallentamento rispetto all’attività economica dell’anno scorso che “ha continuato ad espandersi sul finire del 2009, dopo l’incremento sul periodo precedente dello 0,4% del pil in termini reali nel terzo trimestre dello scorso anno”, si legge nel rapporto. La zona euro inoltre “ha beneficiato dell’inversione del ciclo delle scorte e della ripresa delle esportazioni, nonché dei significativi interventi di stimolo macroeconomico in atto e delle misure adottate per ripristinare il funzionamento del sistema finanziario”
 
Tuttavia, ciò che maggiormente preoccupa la Bce è l’occupazione: “il basso grado di utilizzo della capacità produttiva potrà verosimilmente ridurre gli investimenti e la disoccupazione nell’area dell’euro dovrebbe seguitare ad aumentare in certa misura, attenuando la crescita dei consumi. Di conseguenza ci si attende che l’economia dell’area cresca a un ritmo moderato nel 2010 e il processo di recupero potrebbe risultare discontinuo”, spiega il bollettino.
Nessuna sostanziale novità invece sul fronte inflazione che, secondo il rapporto, “dovrebbe attestarsi intorno all’1% nel breve periodo. Successivamente ci si attende che resti moderata nell’orizzonte temporale rilevante per la politica monetaria, a fronte di dinamiche complessivamente contenute dei prezzi, dei costi e dei salari, in linea con una lenta ripresa della domanda nell’area dell’euro e fuori dai suoi confini”.

“Data la necessità di risanare i conti pubblici nei prossimi anni”, afferma la Bce “l’incremento dell’imposizione indiretta e dei prezzi amministrati potrebbe essere superiore alle aspettative correnti”, e ancora, “gli sgravi fiscali andrebbero considerati soltanto nel medio periodo, una volta che i paesi avranno recuperato un sufficiente margine di manovra nei bilanci”. Quindi la pressione fiscale è destinata ad aumentare, essendo molti paesi dell’Eurozona alle prese con “squilibri di bilancio notevoli e in netto incremento”.
Comunque i mercati sono in ripresa, questo dato è confermato dagli esperti di Francoforte, secondo i quali le piazze “stanno funzionando meglio, e i precedenti tagli dei tassi di riferimento Bce stanno trovando crescente riscontro nei tassi di interesse sui prestiti alle famiglie e imprese”.

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