Dall’oriente con furore

Le sorti politiche del Senato americano (dove si è aggiunto un repubblicano a fare da opposizione) hanno dato la spinta iniziale ma il prosieguo?

Probabilmente deriva dai timori per la crescita globale.

Non è certo un segreto che una spinta a questa ripresa sia stata data dalla Cina, quindi le misure prese dalla PBoC e dal governo di tenere a freno l’economia  hanno generato sul mercato un terremoto (certo di dimensioni molto inferiori a quello che ha colpito Haiti – a cui vanno i nostri pensieri).

La Cina in effetti ha alzato non solo la percentuale di riserve ufficiali che le banche nazionali devono detenere (aumentato dello 0,5%  con effetto di riassorbire liquidità in circolazione) e ieri hanno anche incrementato il rendimento delle obbligazioni governative (con un effetto simile).

Ora iniziano a parlare di piani per controllare la crescita del credito al consumo e qualcuno addirittura parla di misure per gestire il mercato dei prestiti interbancari.  Ovviamente tutto questo agli occhi dei trader sul mercato FX si traduce in “incertezza”, “rischio” e quindi via, tuffiamoci in Usd.

In effetti stanotte sono usciti i dati sul PIL della Cina ed questo è cresciuto del 10,7% – l’aumento maggiore dal 2007. Forse le misure restrittive sono davvero dietro l’angolo.

Le sorti dell’EurUsd comunque dipendono anche dal peso che grava sull’euro: la Grecia. Il supporto di 1,4250 è crollato sotto il peso del debito pubblico dei cosiddetti paesi “PIGS” (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna) che potrebbero essere a rischio contagio di quello che sta affrontando la Grecia.  Sul fronte Sterlina, ancora forza: è uscito il CPI inglese più forte delle attese a +0,6% contro uno +0,3% atteso e le richieste di sussidi di disoccupazione sono calate al tasso più veloce da due anni, scendendo di 12,5k unità.

Anche se il buon King ha cercato di placare gli animi dicendo che questi numeri sono probabilmente “temporanei”, il mercato fa il suo e quindi EurGbp in rotta di collisione con 0,86. Prima di passare ai dati odierni, citiamo anche il Loonie, che è risalito fino a 1,0500 (da 1,0250) sulla base dell’avversione al rischio (quindi investitori che passano ai Usd e quindi Oro che scende) e anche sulla discesa del CPI canadese.

Oggi sul tavolo solamente PMI Area Euro (ore 10), Jobless Claims USA (14.30), Philadelphia Fed USA (ore 16.00) e Leading indicators USA  (ore 16.00).

UsdJpy– Grafico 60 min

Nessuna prova di appello per l’euro che inesorabilmente è spinto sempre più in basso da un dollaro in deciso spolvero.

Non ha tenuto infatti, nemmeno al primo tentativo, il supporto di 1.4175, lasciando spazio ad un’ulteriore discesa di altri 100 punti in una giornata sola.

Come abbiamo visto già ieri mattina i prossimi livelli di supporto traggono suggerimento da lontano: parliamo infatti di un livello di agosto, in area 1.4040, e del fondamentale 1.3750, livello di un massimo e minimo perfettamente coincidenti visti a marzo e a giugno scorsi.

Grafici infragiornalieri non forniscono oggi un grande aiuto: qualche segnale di esaurimento di forza potrebbe essere individuato sul grafico orario (oscillatori particolarmente scarichi) ma timeframe inferiori lasciano porte aperte ad una nuova ventata ribassista. Continuiamo a mantenere valido il livello di resistenza a 1.43 figura, area forse capace di far invertire la tendenza evidenziata sino a d ora.

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