Novelli (Lemanik): “Short sul dollaro, svalutazione in vista”

Nei prossimi mesi, prevediamo una forte svalutazione del dollaro a causa della monetizzazione del debito avviata dalla Fed. In questa fase è dunque consigliabile implementare posizioni short sulla divisa americana”. È l’analisi di Maurizio Novelli, gestore del fondo Lemanik Global Strategy di Lemanik, che di seguito illustra nel dettaglio la propria view.

La crisi che stiamo vivendo oggi porterà cambiamenti nella circolazione degli investimenti globali e potrebbe essere finita l’era in cui negli Stati Uniti il capitale ha goduto di una eccessiva protezione dalla tassazione. Le aziende saranno tassate più di prima per contribuire al risanamento del debito pubblico del Paese. Le probabilità di un ridimensionamento del settore finanziario sono molto elevate anche perché, negli ultimi anni, molte aziende Usa hanno fatto finanza anziché investire nell’economia reale, e ora non reggono alla crisi e sono quindi costrette a chiedere aiuti di Stato.

Gli indicatori fondamentali statunitensi evidenziavano già da tempo un costo del debito sul sistema economico al 22% del Pil. Nel passato, tutte le volte che abbiamo raggiunto questa soglia si è verificata una recessione. I fondamenti dell’economia Usa erano già particolarmente vulnerabili alla leva e al debito prima della pandemia. Nel nostro portafoglio eravamo da tempo posizionati sull’arrivo di una recessione nel 2020 ed eravamo dunque posizionati sul ribasso delle azioni, e lunghi sull’oro e sui titoli governativi a 10/30 anni.

Oggi rimaniamo molto positivi sul trend dei metalli preziosi. L’oro è entrato in un bull market pluriennale, una fase rialzista che durerà più anni. Nel lungo periodo ci aspettiamo che la debolezza del dollaro sia particolarmente positiva per tutti gli asset dei paesi emergenti, sia equity sia sulla parte obbligazionaria. La Cina è meglio posizionata per sfruttare il recupero del ciclo rispetto a Usa ed Europa. In particolare mi aspetto che il governo cinese si impegnerà a implementare politiche mirate a ribilanciare la crescita, oggi basata su export, verso i consumi interni. La guerra commerciale con gli Stati Uniti aveva già fatto pensare a un cambio di strategia di questo tipo.

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