Alluminio in surplus, i prezzi languono

A cura di Aneeka Gupta, Director Research di WisdomTree

I prezzi dei metalli industriali rimangono sotto pressione sia a causa dell’avversione al rischio legata al crollo dei prezzi del petrolio che alla loro natura ciclica. I prezzi dell’alluminio sono scesi a 1.466 dollari per tonnellata metrica, al di sotto del valore chiave di 1.500 dollari, rendendo l’alluminio il metallo industriale con le peggiori performance (19,52%) dall’inizio dell’anno.

A differenza di altri metalli industriali che hanno subito uno shock di fornitura, l’offerta di alluminio ha continuato a crescere. Uno dei motivi è che l’offerta dell’industria dell’alluminio è notoriamente poco elastica a causa del calo dei costi dei fattori produttivi, dell’aumento dei costi di riavvio delle fonderie, dei contratti di fornitura di energia a lungo termine e del sostegno governativo. L’energia rappresenta il 40% dei costi di produzione dell’alluminio, quindi il calo dei prezzi del petrolio sta abbassando i costi di produzione delle fonderie. Inoltre, la bassa intensità di manodopera non ha comportato la necessità di grandi tagli alla produzione a causa di Covid-19. Di conseguenza, l’alluminio ha subito un impatto molto limitato dalle restrizioni di quarantena e dai limitati tagli alle fonderie in funzione del prezzo, determinando un rapido accumulo nel suo inventario che richiederà un molto tempo per essere liquidato anche una volta che la domanda riprenderà a crescere.

La Cina è il più grande consumatore e produttore di alluminio al mondo, con una quota globale di oltre il 50%. Il 20 aprile, l’International Aluminium Institute ha riferito che la produzione globale di alluminio è cresciuta dell’1,5% rispetto all’anno precedente, a 5,48 milioni di tonnellate a marzo, segnando il livello più alto dal dicembre 2018. La Cina è stata responsabile dell’espansione della produzione. Le fonderie cinesi di alluminio hanno in gran parte mantenuto la loro produzione durante la crisi di Covid-19, ma sono state anche in grado di riprendere a esportare, man mano che la situazione nel paese si è gradualmente normalizzata. Questo si tradurrà probabilmente in un mercato dell’alluminio sovraffollato in un contesto di domanda debole durante l’epidemia di coronavirus. Le scorte di alluminio nei magazzini del London Metal Exchange sono aumentate del 34% negli ultimi sei mesi.

L’utilizzo di alluminio è legato a numerosi settori: automobilistico, trasporto aereo, produzione di lattine. La pandemia Covid-19 ha paralizzato la domanda. D’altro canto, lo spostamento delle preferenze dei consumatori nel settore dell’imballaggio dalle bottiglie di plastica alle lattine continua a fornire una fonte di crescita per la domanda di alluminio. Il settore dei trasporti rappresenta quasi il 30% della domanda di alluminio e il crollo dell’attività globale, esacerbato dal blocco, rischia di esercitare una pressione significativa. A meno che non si verifichino tagli significativi dell’offerta per compensare la domanda persa per il metallo, i prezzi dell’alluminio non registreranno una ripresa.

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