Fate largo ai titoli finanziari

di Patrizio Pazzaglia

Come era nelle nostre previsioni i mercati azionari hanno cominciato l’anno confermando il trend rialzista di fine 2009. Anche l’inizio dell’aumento di capitale Unicredit è stato metabolizzato positivamente dagli investitori, nonostante uno sconto esageratamente diluitivo del prezzo di esercizio, pari a circa il 30% rispetto alle quotazioni del titolo in borsa. La motivazione addotta dagli operatori è che, malgrado una diluizione dell’utile per azione intorno al 10%, le condizioni annunciate favoriscono il sicuro successo dell’operazione eliminando di fatto l’incertezza sulla ricapitalizzazione di Piazza Cordusio.
Anche i dati poco incoraggianti relativi alle nuove perdite di posti di lavoro provenienti dagli Stati Uniti sono stati assorbiti dagli indici azionari con relativa disinvoltura e senza particolari tensioni. La spiegazione in questo caso è che gli strascichi della recessione tendono generalmente a manifestarsi in modo più prolungato sul mercato del lavoro e quindi non ci sarebbe da stupirsi dei ritardi di aggiustamento nelle politiche di gestione delle risorse umane adottate dalle aziende.
Insomma, come spesso accade quando i trend sono ben delineati, le notizie “contrarian” producono sempre tra gli operatori delle giustificazioni tese a rendere il loro impatto il più edulcorato possibile sulla tendenza primaria degli indici borsistici. Questa forza relativa non deve comunque farci adagiare sugli allori di un anno di recupero straordinario, ma ci spinge semplicemente a ritenere ancora opportuno il mantenimento delle posizioni “long” in portafoglio.
Arriveranno sicuramente momenti difficili e maggiormente caratterizzati dalla volatilità e dall’avversione al rischio, ma, allo stato attuale, non si intravedono particolari pericoli che possano ingenerare la temuta inversione del “sentiment”.
I tassi d’interesse saranno infatti mantenuti sui livelli degli ultimi mesi, facendo rimanere elevata la massa di liquidità in circolazione, nonostante le operazioni di drenaggio conseguenti alla fine delle politiche di riacquisto degli asset tossici da parte delle Banche Centrali.
Anche il ciclo economico, nonostante i dati negativi del mercato del lavoro, dovrebbe in questi primi mesi dell’anno evidenziare ancora un recupero legato al miglioramento della fiducia di consumatori ed imprese, con queste ultime che dovrebbero continuare nella politica di graduale ricostituzione delle scorte. Spazio quindi al settore finanziario ed al comparto industriale privilegiando rispettivamente titoli come UniCredit, Intesa e Mediobanca tra i finanziari e Pirelli, Fiat ed Ansaldo Sts tra gli industriali. Senza trascurare i soliti nomi quali Eni ed Enel.
L’articolo completo lo puoi trovare su Soldi,
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