Dividendi addio? Non è detto…

A cura di Will James, Deputy Head of European Equities di Aberdeen Standard Investments

Viviamo un’epoca senza precedenti. In seguito alla pandemia i mercati sono crollati e società e aziende lungo tutto lo spettro d’investimento hanno annullato o rimandato la distribuzione dei dividendi. Nel mezzo della crisi da Covid-19, sorge spontanea una domanda: siamo forse giunti alla fine degli investimenti azionari income come li abbiamo conosciuti finora?

Considerando che come contropartita ai finanziamenti governativi, i governi hanno proposto che le società si astengano dal distribuire dividendi. In base alla durata della crisi, ci si potrebbe tuttavia aspettare uno scaglionamento delle distribuzioni anziché un annullamento vero e proprio. Dopo tutto, le società hanno maturato gran parte dei dividendi in questione nel corso del 2019, creando opportunità di investimento.

Opportunità in Europa

L’Europa non è stata immune all’ondata di vendite; nello specifico, gli investitori si sono concentrati sulle società con dividendi relativamente elevati e, pertanto, presumibilmente a rischio. Vi sono numerose società growth, a basso rendimento, che hanno tagliato i dividendi sebbene, a un primo sguardo, non ne avessero la necessità in ragione di modelli di business apparentemente robusti e in grado di generare liquidità. Un po’ come quando la marea si ritrae e si vede chi sta facendo il bagno senza costume…

Intanto alcuni settori sono tornati in auge. Prendiamo le telecomunicazioni. In un’area del mercato fortemente criticata e a bassa crescita, molte società di telecomunicazioni sembrano ora poter beneficiare della necessità esponenzialmente aumentata di lavorare da casa e potrebbero persino recuperare un certo potere di determinazione dei prezzi in futuro.

Mentre alcuni settori remunerativi in voga, come le utility, sono stati travolti dai crolli dei mercati. Tuttavia, la maggior parte di queste società rimane relativamente immune al Covid-19, mentre il trend alla decarbonizzazione del pianeta è già in atto ed è improbabile che rallenterà. Prevediamo pertanto che la nuova dinamica di crescita del settore proseguirà.

La storia non si ripete, ma può insegnare

La crisi innescata dalla pandemia ha portato con sé le stesse difficoltà di altri cigni neri del passato, soltanto in forma diversa. È impossibile dire quanto ancora durerà o quale sarà l’impatto a lungo termine su economie, imprese e società. Sul versante positivo, la Cina sembra riemergere dalla crisi e ci sono speranze che Italia e Spagna abbiano raggiunto il picco, facendo ritornare un po’ di fiducia sui mercati.

Negli ultimi tre o quattro anni gli investitori hanno richiesto a gran voce un allentamento delle politiche fiscali. Bene, ora hanno avuto ciò che chiedevano, con l’augurio che non tutto venga speso per salvare le economie anziché stimolare la crescita e la redditività aziendale. Secondo la nostra opinione, sarà probabilmente una via di mezzo. Ciò significa che le realtà più solide diventeranno ancora più forti, mentre le società e i modelli di business più deboli potrebbero purtroppo soccombere.

Nel frattempo noi, come investitori, dobbiamo rimanere attivi e vigili sia per individuare i rischi al ribasso, sia per trarre vantaggio dai rialzi. In questo modo, riteniamo che le opportunità emergeranno e i dividendi azionari rimarranno una componente chiave dei rendimenti durante questa difficile fase di incertezza.

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