WallStreet minaccia Obama, sfidare le banche non serve

Le istituzioni hanno applaudito di fronte alla decisione del presidente Usa Barack Obama  di tassare le banche responsabili della crisi, l’Unione Europea ha pensato di sposare la stessa causa, ma il mondo creditizio è rimasto in silenzio a studiare le mosse dell’avversario.

Ecco che ora il mondo della Finanza contrattacca mandando avanti il proprio alfiere, Marc Faber, analista nato a Zurigo e autore di “Gloom, Boom & Doom Report” che, ai microfoni della Cnbc, ha usato toni sprezzanti nei confronti dell’inquilino della Casa Bianca e dei suoi piani per risollevare l’economia dal tracollo.
Secondo Faber la sua decisione non risolve la situazione, ma anzi avrà conseguenze indesiderate, e poi attacca direttamente il leader statunitense: “Avevo un giudizio negativo sul predecessore Bush ma, se confrontato a Obama, sembra un genio”, afferma.
“Penso che tutti siano d’accordo su un punto: in un sistema economico, il mercato può cavarsela da solo”, afferma, “Il governo non dovrebbe regolare le banche!”, ha dichiarato Faber, “sarebbe un disastro!”.
L’ambasciatore della finanza, tuttavia, si arrampica sugli specchi, perché quando lo Stato ha iniettato liquidità al sistema, le banche non si sono tirate indietro e hanno accettato i soldi dei contribuenti senza i quali, è fatto appurato, la ripresa non sarebbe stata possibile. Non esiste quindi un presupposto per cui, dopo che hanno causato il collasso, esse non debbano essere regolate.

L’analista allora corre ai ripari snocciolando stime sul mercato valutario e delle commodity: “Nel breve termine il biglietto verde sarà protagonista di un rally contro euro, sterlina e probabilmente anche contro lo yen”, quanto all’oro, stima difficile che possa scendere sotto la soglia dei mille dollari l’oncia. Non manca comunque di fornire un consiglio di investimento: “meglio puntare sull’azionario”, ha sostenuto, “perché così facendo ci si protegge dai rischi inflativi”.

Poi chiude con un avvertimento: “Nel lungo termine i paesi sviluppati continueranno a soffrire, i consumatori saranno ancora indebitati, la Cina resterà competitiva”. Insomma niente di nuovo, tranne che un ultimo attacco agli Usa: “Se si guarda agli Stati Uniti è un totale disastro, siamo tutti rovinati”.
Se non tutti rovinati, nel 2008 ci sono andati davvero vicini, e questo a causa di un sistema economico senza controllo. L’attacco diretto al presidente può significare che la direzione intrapresa è quella giusta e che Obama in questo momento alla banche fa davvero paura.

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